Il ritorno di Oda Nobunaga su PS4, la recensione di Samurai Warriors 5


Giusto ieri parlavo di samurai, in un contesto decisamente forzato, e ciò mi ha fatto ricordare che sono rimasto indietro con i post sui videogiochi di questa estate e quindi non ho detto nulla sul ritorno di Samurai Warriors.
Ebbene per chi non volesse leggere tutta la mia recensione ma vuole sapere se merita la risposta è SI ma solo per i fan dei musou non tanto per i difetti ma proprio per i pregi che lo rendono uno dei titoli migliori del genere.
E' innegabile infatti che il genere musou abbia subito un evoluzione se non addirittura una mutazione fondendosi con brand come Dragon Quest sino ad coprire saghe come L'Attacco dei Giganti ed il mitico Berserk del compianto Kentaro Miura senza contare Arslan e naturalmente i vari capitoli dedicati ad One Piece proprio perché il concetto stesso di picchiaduro adventure si sposa benissimo con gli anime.
Non a caso Samurai Warriors 5 propone un design degno di un cartone animato ed usa un filtro in cell shading molto fine ed accattivante come potete vedere nel video gameplay sottostante.




Infatti dalla rinascita su PS4 con l'incredibile Samurai Warriors 4 ed i suoi seguiti che hanno migliorato di poco un gran gameplay ecco che con il quinto capitolo si torna alle origini puntando maggiormente sulla storia, infatti le modalità si sbloccano piano piano e bisogna partire con il giovane Oda Nobunaga per avanzare nelle campagne belliche che hanno segnato l'era Sengoku e cambiato per sempre il Giappone.
Sebbene i personaggi siano solamente 27, decisamente meno di quanto la serie Warriors Orochi ci avesse abituato, ci sono diverse new entry che faranno la gioia degli amanti dei samurai ed una maggiore concentrazione su pochi personaggi aumenta la qualità sul singolo.


Inoltre il design usato da Koei è decisamente più sobrio dei precedenti capitoli e le armature lievemente più realistiche o almeno possibili da indossare così Nobunaga veste come un samurai e non un guerriero fantasy medioevale.
Questi obblighi narrativi però potrebbero non piacere a tutti soprattutto dopo che i musou hanno cercato di diventare free roaming con Dynasty Warriors 9 ma da appassionato del Giappone feudale sono molto contento di questa svolta.
Koei negli ultimi anni ha tempestato il mercato, con titolo anche su console Nintendo dedicati a Zelda e Fire Emblem, quindi sebbene il mio entusiasmo non sia alle stelle le aspettative sono state ampiamente superate facendomi ritrovare tra le mani un prodotto di qualità.


Pur non essendo un Empire, di cui forse più avanti uscirà la versione riveduta e corretta, Samurai Warriors 5 presenta già diverse meccaniche di bulding soprattutto per migliorare le facility ed avere nuovi equipaggiamenti inoltre vanta anche un sistema di abilità da sbloccare che faranno felici gli amanti della personalizzazione.
Sebbene a lungo termine il boost in certi campi venga vanificato all'inizio è fondamentale usare ogni mezzo a disposizione per potenziare il proprio guerriero visto che la difficoltà alta è decisamente punitiva mentre giocato in modalità semplice non c'è quasi sfida e spetta al giocatore decidere come vuole vivere queste battaglie e personalmente preferisco essere il guerriero invincibile che da solo semina il panico nell'esercito avversario anche se al giorno d'oggi in pochi la pensano così.


Pad alla mano il gioco è fluido e giocabile anche se non mancano i momenti confusionari e qualche pop up di nemici ma decisamente è un passo avanti al quattro e tecnicamente risulta valido e bello da vedere soprattutto perché hanno creato tutto da zero invece di riciclare contenuti come nei seguiti del capitolo precedente.
Il sonoro invece con le voci giapponesi su testo inglese ha i solito standard ma devo dire che non c'è nessuna musica che brilla, come non brillava il tentativo di crossover Koei, ed un pò mi dispiace visto che titoli come Nioh e Sekiro hanno molto di meglio ma come dicevo prima questo non è un souls e la colonna sonora riprende appunto ritmi più action.


La longevità è discreta anche se richiede un certo grinding e la ripetitività resta uno dei punti deboli di giochi come i musou che puntano su un concetto e lo ripetono continuamente ma ciò non vuol dire che Samurai Warriors 5 sia noioso anzi vanta un punto di vista decisamente fresco su battaglie e personaggi che abbiamo già visto in decine di giochi come anche i Sengoku Basara.
Parlando di trofei non c'è nulla di impossibile anche se platinarlo richiede uno sforzo decisamente controproducente e rischia di rendere tedioso un titolo che invece  giocato a piccole dosi e ripreso in mano ogni tanto può dare tante soddisfazioni.
Insomma sebbene non sia una rivoluzione come il quarto capitolo è un netto miglioramento che pone Samurai Warriors 5 come uno dei titoli più curati e ben realizzati della serie quindi merita di essere giocato per riscoprire intrepidi guerrieri e sanguinose battaglie.

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