Arslan The Warrios of Legend - la recensione del gioco che fonde anime e musou


Ci siamo, anche Arslan The Warriors of Legend è finito tra le mie grinfie di amante dei musou con qualche giorno di anticipo quindi ecco la mia recensione un po di parte visto che apprezzo molto anche il manga e l'anime.
Partiamo dicendo che Arslan non è il solito musou picchione anzi molti livelli si concludono portando a termine missioni sul campo di battaglia colpendo solo bersagli specifici.
Questo unito al sistema di gioco che forza il giocatore ad usare molto i cavalli per muoversi sul campo di battaglia rende Arslan più simile a Warriors Legend of Troy che non ad un Dynasty Warriors qualsiasi.


Il Mardan Rush con cui si comandano legioni durante il combattimento è una piacevole novità per il genere musou e ricrea la sensazione di essere sul campo di battaglia.
Questa mia sensazione è rafforzata dai duelli con i personaggi nemici, quelli veramente importanti della storia e non i generali generici che non hanno neanche un nome, perché infatti si ingaggia un combattimento 1vs1 in cui bisogna prima togliere lo scudo protettivo dell'avversario per ferirlo realmente.


Peccato che non ci sia un lock per concentrarsi sul nemico cosa davvero fastidiosa visto che alcuni colpi sparano lontano gli avversari e che si può rotolare alla Bloodborne.
Su questo frangente e quello della personalizzazione Arslan è molto inferiore a Dragon Quest Heroes che invece permette di ruotare intorno ai nemici per mirarli meglio con le abilità a lungo raggio ed ha un albero delle abilità con cui potenziare gli eroi.


Infatti in Arslan sconfiggendo i generali o nelle casse si trovano le carte abilità da assegnare agli eroi per potenziare i parametri, è anche possibile sintetizzare e vendere le carte doppie inutili direttamente dal menù di pausa, ma ciò rende molto casuale i bonus ottenuti quindi non mi piace come sistema.


Mentre per le armi Omega Force ha optato per un sistema ibrido tra quello introdotto negli ultimi Dynasty Warriors, con il cambio delle armi anche durante le combo, e delle skill perché infatti man mano che si aumenta di livello si ottengono combo diverse da settare su una singola arma cambiandone notevolmente l'utilizzo.


Per chi ha amato l'anime o sta leggendo adesso il manga lo Story Mode presenta una narrazione serrata con immagini tratte dall'anime per collegare gli scenari, come Naruto Utimate Ninja Storm 4, che coprono la prima stagione  facendoci usare diversi personaggi.


Il gioco è in inglese con il parlato giapponese, cosa che ormai è diventata lo standard, e quindi per avanzare basta farsi trascinare dagli eventi e completare le missioni.
La longevità è comunque alta e finire la storia richiede tempo ma poi per completare il free mode ce ne vuole ancora facendo salire le ore di gioco vertiginosamente se si vuole completare tutto.
Il platino è possibile visto che ci sono pochi trofei con il  grinding, cosa comunque abbastanza naturale in questo gioco, ma veniamo ora ai lati negativi.


Come già accennato non c'è una vera e propria personalizzazione e questo rende il gioco molto meno profondo del dovuto visto che gli obbiettivi strategici lo rendono interessante.
L'altro difetto è il cavallo, chi ha giocato ai musou capisce al volo, perché nonostante si debba usare quasi a forza per solcare il campo di battaglia il combattimento in sella  risulta davvero legnoso.


Effettivamente se non mi piacesse tanto il brand da cui è tratto non ci avrei giocato con così tanta foga, a differenza di Hokuto Musou che è splendido a prescindere, qui l'affetto per Arslan copre tante magagne perché penso che il gioco sia stato chiuso in fretta per stare dietro all'onda del successo ma tutto sommato è meglio dei vechi giochi su licenza della PS2 e PS3 tratti da manga ma fatti senz'anima.


Graficamente infatti i personaggi sono splendidi e ricreano fedelmente il design apprezzato nell'anime ma i fondali ed i movimenti dei soldati nemici sono molto sottotono per un prodotto sviluppato per PS4.


I personaggi giocabili sono solo quattordici ma la varietà dello stile e la loro profonda caratterizzazione li rende davvero unici e per una volta la qualità è molto meglio della quantità anche se in un picchiaduro sarebbe bello avere entrambe le cose.
Questo è reso difficile dal fatto che i personaggi davvero importanti tra le fila nemiche ed la compagnia del principe Arslan conta pochi eroi e quindi era impossibile tirare fuori altri personaggi giocabili degni di nota.


Nonostante ciò sono soddisfatto dell'acquisto perché mi piace il genere e mi piace Arslan, peccato non ci siano i romanzi in italiano, ed in fondo non è il solito musou anzi alcuni elementi sono interessanti ma poco approfonditi e se avessero tenuto certe caratteristiche di Dragon Quest sarebbe venuto fuori un gioco certamente migliore.


Se amate Arslan non fatevelo sfuggire perché ritroverete il feeling dell'anime, grandi personaggi carismatici e battaglie campali, e qualcosa di divertente da giocare mentre per tutti gli altri potrebbe non valerne la spesa quindi prima provate la demo sul PSN e solo dopo pensate seriamente se acquistarlo perché tra poco saremo sommersi dalle novità.

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