Sekiro shadows die twice e l'arte dello shinobi


In tutto il mondo Sekiro è certamente il gioco del momento nonostante il 20 marzo sia uscito il nuovo Super Robot Wars T ed anche io nell'attesa del nuovo strategico con i robottoni mi ci sto scassando.
Si tratta del nuovo gioco di From Software che memore dell'esperienza dei vari Dark Souls e consci del nuovo rivale Nioh che ha addirittura una storia si è evoluto in un action roughlike incredibilmente godibile anche per chi è alle prime armi.


Sia chiaro che resta un titolo che fa bestemmiare in tutte le lingue, armaico compreso, eppure sin da subito si nota come i programmatori abbiano cercato di renderlo fruibile da tutti mettendo non solo una forte componente narrativa e diversi png con cui interagire ma anche aggiungendo l'audio in diverse lingue compreso il doppiaggio italiano.
Francamente non ho idea di come sia dato che a questo genere di giochi preferisco giocarci con la lingua giapponese che trovo più immersiva soprattutto se il gioco si svolge nel Giappone feudale.


A differenza di Nioh la trama non ricalca fati realmente accaduti con personaggi storici ma con un feeling da film di Kurosawa tesse una storia di onere e vendetta con elementi soprannaturali.
Il primo impatto con Sekiro shadows die twice è straniante anche perché nel tutorial si è già morti e si finisce per perdere il braccio ma proprio come dice il titolo le ombre muoiono due volte ma più succede più velocemente un male si diffonde portando a diversi finali.


Il bello di Sekiro è appunto che si ha due possibilità per resuscitare sul luogo ma se gli affezionati di Dark Souls già sghignazzano pensando che sarà una passeggiata si dovranno ricredere perché ciò serve appunto a causa degli scontri altamente tecnici che rendono potenzialmente mortale ogni avversario.


Detta così può sembrare che non ci sia differenza da Bloodborne eppure la mancanza della barra della stamina non porta solo a combattimenti più feroci ma anche ad azioni aggiuntive e soprattutto molto ma molto stealth.
Sekiro è un giooc dove interpretiamo uno shinobi senza nome, orfano di guerra chiamato il Lupo, che grazie alle sue tecniche furtive che ricordano Tenchu può uccidere in un sol colpo nemici ignari ma non è la sola nota in comune con il vecchio titolo per la prima Playstation.


Infatti il rampino sarà non solo indispensabile per muoversi nei vasti scenari di gioco ma usato con attenzione, si può lanciare solo su determinati appigli, permette di vivere il livello in modo completamente diverso dai titoli precedenti.
Questi fattori mi hanno colpito così positivamente che personalmente non ho notato i cali di frame rate che in tanti millantano ne mi sono soffermato sulla grafica, se non per ammirare il magistrale level design, in quanto ero rapito dal gioco.


Scoprire tutti i segreti di ogni zona ed imparare come contrattaccare i nemici non è semplice soprattutto visto che ci sono un sacco di cose da fare, png con cui interagire nella magniera corretta, e tecniche da apprendere e padroneggiare.
La componente action aiuta certamente nelle boss fight e gli scontri sono veri duelli in cui basta un colpo mortale una volta debilitata la postura del nemico per vincere ma questo può farlo anche il nemico e per questo trovo che i combattimenti siano tra i migliori mai visti nel genere superando quelli di Nioh che erano molto simili al combat system di Ninja Gaiden.


Un altra cosa ispirata certamente a Nioh ma evoluta in stile souls sono le pergamene che contengo tecniche attive e passive da imparare per sbloccare nuove mosse al proprio personaggio.
Qui viene l'altra grande differenza dai predecessori ovvero la morte punitiva è diversa in quanto anche perdendo la vita due volte di fila non si perde tutto ma una parte dei soldi e dell'esperienza cosa fastidiosa ma non penalizzante come perdere tutte le anime perché il potenziamento fisico si ottiene solo con il consumo di determinati punti che si ottengono sconfiggendo generali e boss così che l'evoluzione del personaggio sia indipendente dal suo potenziamento.


Non so se sono stato abbastanza chiaro in quanto Sekiro è un gioco profondo e sfaccettato che non è facile da padroneggiare ma permette molta personalizzazione e scelte di gioco, premiando lo stealth più che la forza bruta, ed anche io come i miei amici che lo stanno giocando continuiamo a scoprire segreti, nuove strade, e modi per combattere con quella gioia e quella fame che solo un gran gioco riesce ad infondere nel giocatore.
Questa recensione è forse approsimativa ma finire il gioco è una vera impresa e già le mie prime impressioni su Twitch hanno messo in luce quanto di buono ci sia un questo titolo che mi ha davvero sorpreso ed estasiato.
Invece di scrivere queste righe pensando a quanto sia bello giocarci vorrei rituffarmi nella mischia e sebbene ci siano momenti in cui vorrei lanciare il pad contro il muro ne voglio ancora perché l'alchimia di Sekiro è praticamente perfetta!

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