Dopo giorni dall'uscita ed innumerevoli sessioni di gioco finalmente sono pronto a fare la recensione dell'ultimo lavoro dei Naughty Dog che segna un passo avanti nel gameplay di una delle mie serie preferite e dona alla Playstation 4 uno dei suoi giochi migliori.
Infatti è innegabile che Uncharted 4 sia tra i giochi più attesi e quotati di sempre, lo avrei divorato in un giorno se non avessi avuto problemi con il dentista, infatti Metacritic gli ha dato 93 al momento su 90 recensioni e nella serie è battuto solo dal secondo capitolo che si attesta a 96 come gradimento del pubblico.
Se non fossi stato male in questi giorni avrei fatto subito la recensione ma quello che conta è che le aspettative non sono state deluse anzi il titolo riesce a far quadrare tutti gli eventi ponendo la serie in un unica storyline
Infatti l'inizio con Nathan ragazzino, ancora prima del terzo capitolo, oltre ad essere un tutorial ben congegnato serve a farci conoscere il giovane Samuel Drake ragazzo sbandato cacciato dalle suore che ha un grande sogno e tiene enormemente al fratellino.
Passano gli anni e ritroviamo Nathan e Sam in un prigione alla ricerca di un altro indizio per il tesoro del re dei pirati Avery ma le cose non vanno bene per Sam.
Non è tanto il colpo di scena telefonato ad avermi sorpreso, infatti si sa che sopravvive e ritorna è il fulcro del gioco, quello che mi ha colpito è stata la cruda realtà della prigione e la maturità degli eventi.
Quindici anni dopo ritroviamo Drake a ripescare rottami nel fiume in una compagnia marittima onesta sbarcando il lunario con lavoretti di poco conto.
Il nostro eroe infatti ha messo la testa a posto ed è diventato un marito qualunque, che sente solo il bla bla di quando sua moglie parla e pensa a tutte le cose che vorrebbe fare e non può perché ormai è un uomo qualunque.
Sarà il ritorno di Sam con un grosso debito da saldare a fare tornare in carreggiata l'avventuriero ma questo può costargli la vita e nel migliore dei casi il matrimonio minato da troppe bugie e verità non dette.
Dopo questo lungo preambolo sulla storia e le motivazioni di Drake passiamo al lato tecnico, semplicemente spettacolare, graficamente solo da The Order 1886 che però non è altrettanto vasto ed interattivo.
Le ambientazioni sono lussureggianti e si cambia spesso così da dare al giocatore nuovi e meravigliosi scenari da esplorare.
Mi fa piacere che siano tornati in grande stile gli enigmi ambientali ed i puzzle per avanzare durante l'esplorazione delle tombe perché danno quel tocco di Indiana Jones all'avventura.
Ma come dicevo il contesto è più maturo ed a differenza di Lara Croft gli antichi marchingegni non funzionano proprio bene, le scalinate sono inservibili, e c'è qualche imprevisto cosa che rende più realistica la cosa.
L'utilizzo del diario e degli appunti trovati in giro è fondamentale per risolvere certi enigmi un po come nel primo capitolo della serie.
Il tema piratesco e le città leggendarie hanno sempre quel fascino esotico che mi cattura e quella di Uncharted 4 è una grande caccia al tesoro.
Anche l'ambientazione urbana è stata un piacevole diversivo nella trama scritta da Amy Henning che usa questi scorci di quotidianità per dare a quest'ultima avventura un realismo senza eguali.
Questo è possibile anche grazie ad gameplay solido ed un sistema di controllo incredibilmente reattivo che riesce a dare maggiore risalto alle doti ginniche di Nathan che non i soliti Assassin Creed ormai stantii.
Tra i grandi miglioramenti del combat system segnalo subito il combattimento corpo a corpo adesso più dinamico e spettacolare ma anche semplice e gestibile con un solo tasto, sono state riviste anche le sequenze stealth e l'attacco furtivo dall'erba alta ora è davvero efficace.
Una novità è invece il rampino che un po come in Batman Arkham serve per raggiungere posti inaccessibili e riesce da essere utile in più situazioni.
Mi sono divertito molto ad esplorare questi scenari e più di una volta ho provato emozioni nel vedere certi dettagli e scorgere il magistrale level design di questo gioco.
Sempre sulla falsa riga di Batman c'è anche la sezione a bordo della jeep che però a differenza della Batmobile è guidabile e con il verricello si superano abilmente diversi ostacoli dimostrando come si possa inserire una sezione di guiga in un action adventure senza snaturarlo come invece i ragazzi di Rocksteady non sono riusciti a fare.
Anche i pezzi in barca sono ben realizzati anche se meno concitati e nel complesso queste variazioni creano un gioco completo sotto ogni aspetto.
Il sonoro è di prim'ordine anche se il doppiaggio italiano in certi momenti non è all'altezza di quello inglese, la longevità è altissima perché servono circa 15 ore per finire il gioco e restano molte cose da fare visto che per una volta i trofei non sono incentrati solo sulle uccisioni con diverse armi dando un motivo per cui rigiocare i livelli.
Il multiplayer non è nulla di che e dopo averlo provato per fare qualche trofeo l'ho subito abbandonato, non merita il mio tempo come invece ne ha bisogno il single player che resta il punto saldo della produzione.
Tutto in questo gioco è ai massimi livelli ed i dubbi sulla trama e su Sam sono svaniti in breve tempo lasciando il posto alla meraviglia.
Uncharted 4 la fine di un ladro è un fulgido esempio di come vanno realizzati i videogiochi moderni, con quel giusto mix tra realismo ed avventura, con personaggi carismatici e storie affascinanti ma soprattutto con una cura nel dettaglio degna di nota ed un gameplay unico.
In definitiva Uncharted 4 è la degna conclusione di una saga ormai leggenda e merita di essere giocato come un capolavoro perché lo è e basta.
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