Eccoci finalmente pronti per iniziare la settimana al meglio con il post dedicato al mitico Goldrake nel suo nuovo, e forse primo, model kit HG della Bandai.
Seguendo le orme del bellissimo Mazinger Z Infinity Ver. e del suo fratellone Great Mazinger anche Grendizer si evolve in un modellino dal design modernizzato con il sottotitolo Infinitism dato che lui nel film di Mazinga Z non è presente e ricicla diverse parti dei suoi predecessori per fare risparmiare soldoni a Bandai, sarà quindi altrettanto valido?
La risposta è naturalmente SI e basta vedere la componentistica in gran parte rinnovata dallo Z per capire che si tratta di un piccolo capolavoro, neanche tanto piccolo in realtà, che ogni amante dei robottoni anni 80 dovrebbe avere.
Ora se avete voglia continuate a leggere questo unboxing e la recensione se no potete pure saltare in fondo e vedere come nonostante le mie scarse capacità fotografiche il Grendizer Infinitism sia lo stesso un capolavoro da sbavarci sopra.
Si parte dalla testa che risulta più grande di quella dei due Mazinga ed un po più articolata, per il vetro frontale c'è un pezzo clear e dietro un adesivo blu così da fare un effetto discreto mentre gli occhi ho preferito colorarli con un marker dorato per farli risaltare.
Le corna sono separate e di due colori diversi, la placca rossa è composta da due pezzi ed ogni singola punta è da inserire così che alla fine l'effetto tridimensionale risulti superlativo e manca solo l'adesivo nero sul mento per completare il primo pezzo delle meraviglie.
Si passa quindi alle braccia e seguendo il manuale alla lettera si potrà avere il modello completo solo alla fine dato che il torso è l'ultima parte da assemblare per avere Goldrake.
Per fortuna l'assemblaggio è veloce dato che le plastiche si tagliano bene, grazie anche a diversi under gate che permettono di non avere nub visibili, e la parte che maggiormente ho rifinito sono stati i magli perforanti che senza panel line restano poco pannellati appunto.
Infatti per quanto possano sembrare uguali le braccia hanno un importante diversità ed il corpo del maglio è sostanzialmente una corona da applicare all'avambraccio con la punta centrale che può essere spostata per piegare meglio il gomito cosa che trovo geniale.
Le spalle sono letteralmente le stesse ma i pezzi hanno una colorazione blu ricoperta poi dalla cupola nera così da dare un effetto diverso pur restando facili da montare.
I pugni sono leggermente diversi da quelli di Mazinga per il dorso ma hanno lo stesso snodo alla base e quelli di deafault secondo le istruzioni sono quelli chiusi mentre il secondo paio con il buco servono per impugnare l'alabarda spaziale.
Il pezzo finito è smodato anche perché le differenze di colore delle plastiche unite a quelle grigio metallizzate ed i magli rossi e bianchi evocano un vortice di ricordi che si sposa armoniosamente con la modernità delle nuove linee facendo subito capire di cosa si tratta mentre le lacrime solcano il viso di un vero fan.
I piedi riprendono quelli del Grande Mazinga con l'innesto alto così che grazie anche alle gambe massicce sembri più alto.
Lo spuntone rosso al centro inizialmente non mi piaceva, dalle foto sembrava molto pacchiano ma dal vivo rende bene e non compromette la mobilità del pezzo, infine ho colorato i razzi sulla pianta del piede con un marker rosso metallizzato ma non è facile notarlo e presto scoprirete perché.
Le gambe come dicevo sono massicce, grazie anche ai quattro innesti blu che cambiano lo stile del pezzo, ma completamente cave così che alla fine nonostante le dimensioni Grendizer risulta incredibilmente leggero.
Come per i suoi cugini parte della mutanda è già inserita nello snodo della gamba, e sebbene il concetto di trilogia tra Mazinga - Grande Mazinga - Goldrake è stato accantonato da Go Nagai in favore di sequel dove sia Koji che Tetsuya sono ancora a bordo dei loro robottoni a difendere la Terra qui si nota appunto come questo sia un evoluzione stilistica dei predecessori.
Ora passiamo finalmente al torace, essendo praticamente da costruire 2x di gran parte dei pezzi le gambe e le braccia si fanno in un baleno, e le cose si fanno interessanti.
Purtroppo per le variazioni di color sul collo bisogna usare ben sei adesivi triangolari neri ma volendo essendo lievemente in rilievo è possibile colorare il pezzo così da dargli maggiore risalto.
Personalmente ho cercato di costruirlo più a secco possibile proprio per fare risaltare almeno in questa review come viene il modello senza troppe interferenze così che poi se uno vuole possa personalizzarlo.
Infatti come avrete notato la mole di dettagli sulla plastica sono eccezionali per essere classificati HG, basta vedere la placca in clear parts che ha in dettagli all'interno e le lame delle alabarde messe a riposo sui lati delle spalle.
La parte dell'addome ed il bacino sono praticamente le stesse dei due Mazinger ed infatti questo Grendizer risulta un pò magrolino o meglio con il vitino da vespa come se fosse due triangoli uniti per la punta con le gambe tozze per restringersi e poi esplodere nuovamente con le spalle possenti ed il torace prominente.
Il tocco di classe finale, e gli ultimi adesivi, vanno al gonnellino di Goldrake che rispecchia quello classico ma vanta una mobilità eccezionale grazie alla parte fissata sulle gambe ed ogni pezzo è composto da plastiche sovrapposte così da avere un impatto visivo micidiale.
Sino a quando non l'ho montato completamente avevo dei dubbi sulle proporzioni ma dopo averlo stretto tra le mie mani in tutta la sua possenza non posso che adorarlo.
Siamo però ancora ben lontani dall'aver spolpato gli sprue anzi di pezzi vuoti ce ne sono davvero pochi e bisogna ancora realizzare il Double Spazer con cui si trastullava Koji nella serie animata.
Si parte dal pezzo centrale che mi ha stupito con ricchi dettagli che ho evidenziato con un grigio real touch così da non avere linee troppo nette.
Per le due parti delle ali ho usato lo stesso procedimento anche se qui l'uso dei marker è stato più massiccio dato che ci sono un sacco di dettagli da valorizzare, inoltre vengono utilizzati davvero pochi adesivi e le variazioni di colore sul giallo sono realmente altre parti per quanto piccole possano poi essere.
Infatti il perno sulla ventola è realmente un pezzo da incastrare e per una volta bandai non è stata ingannevole con le foto promozionali.
Certo per il segno a V bisogna usare un adesivo ma il resto del pezzo una volta rifinito rende dannatamente bene.
L'alettone oltre a diverse cure usa gli adesivi che poi vanno "spinti" nelle fessure così da dare l'effetto vernice nera mentre quello bianco frontale resta a posto ed anche maneggiando il pezzo non si è rovinato.
Le ali vere e proprie sono composte da due parti che una volta unite rendono l'ala solida ma leggera, dato che è forata, e visto che i perni d'aggancio sono belli spessi le parti rimangono saldamente fissate.
Infine mancano ancora le armi ed i magli perforanti veri e propri, in giapponese Screw Crusher Punch, ma prima c'è da separare il portello per lo Spazer ed il connettore da usare per agganciarlo a Grendizer.
L'alabarda spaziale si monta prima come falci singole, le lame sono altri due pezzi mentre quelle nel torace andrebbero rimosse per dare la sensazione che sono uscite da lì, e togliendo lo spuntone bianco si possono agganciare tra di loro con un connettore.
Il fatto è che sono davvero monto lunghe e forse qui fare delle proporzioni meno realistiche era preferibile ma ne parliamo dopo.
Come per i suoi commilitoni ci sono le parti per mascherare la partenza dei pugni così fa mostrare delle ventole al posto del connettore per il braccio ma la cosa interessante è il maglio in se.
Infatti dalle foto avevo presupposto che si mettesse al contrario lo steso pezzo invece è una parte già assemblata e tonda a cui va incastonato un pugno così andando a rivedere le foto, anche sulla confezione, effettivamente si vede che il pezzo è questo e sorprendentemente è lasciato al naturale mentre in molti in rete hanno colorato le lame.
Ultimissima cosa prima delle foto figose di questo splendido model kit c'è da dire che è presente un action base di ultima generazione con tutti supporti ed i perni secondari così che possiate esporre qualsiasi modello nel miglior dei modi.
Ma finalmente eccovi in tutta la sua galattica bellezza Grendizer HG Infinitism meglio conosciuto come Goldrake e se non vi state commuovendo di fronte a cotanta epicità allora non avete più un cuore.
Anche il tanto deriso Goldrake II ovvero il Double Spazer rende davvero bene e per la sua forma ad aereo ha un secondo muso più lungo da innestarli.
Considerando il prezzo del kit bisogna dire che altre case produttrici ti farebbero pagare la stessa cifra anche solo per questo splendido aereo.
I magli sono davvero belli ma forse Goldrake è troppo alto o forse vanno messi in un altra prospettiva però il braccio secondario è decisamente corto per sparare verso l'alto e rende bene solo in scene verso il basso.
Discorso analogo per la basetta che nonostante la scalettatura per reggere il peso non ha un attacco per mettere Grendizer HG sul ventre, forse per colpa della forma del bacino, ed utilizza un forchettone vecchio stile che decisamente non permette certe pose.
Per questo ho provato ad ingegnarmi ma per fare vedere Goldrake in volo non ho trovato pose che lo reggessero bene anche se leggero e quindi questa foto non è di lui che fà la mojerette ma mentre vola visto dal basso così da notare i dettagli delle ventole dello Spazer.
Ciò mi ha un po deluso, anche se con più tempo e dedizione certamente si trova una soluzione per reggerlo bene in diagonale, ed anche l'alabarda non mi ha soddisfatto al 100% ma non perché non figosa anzi lo è troppo.
In modalità singola è bella a vedersi ma doppia è appunto spaziale solo che diventa gigantesca, quasi non stava nella light box, e per questo non ho trovato velocemente una posa per mostrare tutta la sua epicità.
Devo ammettere che mi è piaciuto davvero molto costruirlo, e per questo ci ho messo passione ed energie completandolo in pochissimo tempo, e lo consiglio davvero a tutti!
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