Death Stranding, le prime due ore del gioco sono completate!


Ogni tanto mi piace fare l'hater, perché ci sono delle cose che mi istigano oltre ogni limite, quindi dopo il fantastico annuncio che Kojima invece di lavorare era come al solito in giro a fare il gallo mostrando il suo nuovo gioco ai ragazzi di Guerrilla, gli autori di Horizon Zero Dawn però poi il responsabile marketing Aki Saito ha specificato che erano le prime due ore per adesso completate facendomi fare una grassa risata.
Ormai forse ve lo siete dimenticati è dal 2015 ovvero QUATTRO ANNI fà che Kojima se ne è andato da Konami per avere la libertà creativa di creare Death Stranding!


Capisco benissimo che non voglia dire che sono pronte solo quelle ma un gioco che dovrebbe durare una decina di ore e che comunque è in lavorazione attiva da quattro anni e forse di più nella mente di Kojima è ancora un grosso mistero eppure c'è gente pronta a comprarlo a scatola chiusa senza ricordare che un grande game deisgner non è sempre sinonimo di successo.
Ricordiamo che Keiji Inafune, che ha dato vita a Mega Man ed altri successi Capcom, ha fatto un grosso buco nell'acqua con Mighty N° 9 di cui è stato da poco confermato che la versione per le console portatili è definitivamente cancellata ed anche il progetto di un altro ex Konami di nome Koji Igarashi che ha lavorato a Castlevania Symphony of the Night non sta passando buoni momenti con il suo ritardatario Bloodstained.
Lo stesso Yu Suzuki che tanto amo per i primi Shenmue continua a rimandare il terzo capitolo e dopo che Marvel Spider-Man, i nuovi Assassin Creed e Red Dead Redemption 2 hanno alzato l'asticella delle aspettative per i giochi free roming con elementi RPG la vedo davvero dura.
Lo stesso vale per questo gioco che tecnicamente sembra smodato ma ancora non si capisce bene cos'è, se uscirà digitale a capitoli come detto inizialmente oppure su disco, se sarà online e cosa che più interessa quando uscirà.
Francamente trovo sempre più irritanti certe news che non sono notizie ma solo vuoto con tante parole e vedere che si parla più dell'autore che del suo prodotto non è mai un buon segno.

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