Rigiocare a Shenmue oggi, la recensione


Chi nega che Shenmue sia un capolavoro senza tempo e che abbia dato il via alla rivoluzione dei videogames introducendo un livello di realismo che ancora oggi non tutti i giochi hanno inganna se stesso o non capisce proprio un cax@o di videogiochi.
Cercherò di essere obbiettivo in questa recensione ma da come si capisce dal mio unboxing amo alla follia questo gioco anche adesso ma certamente non mi sono sfuggite le varie imperfezioni di questa collection per PS4.


In molti commenti che ho letto o alcune recensioni ci si lamenta della rigidità dei controlli e della grafica ed anche con tutto l'amore che provo per il capolavoro di Suzuki è assolutamente vero dato che ci sono magagne in ogni dove.
Dato che l'uscita di Shenmue III è stata posticipata la SEGA che ha ancora i diritti dei primi due capitoli ha pensato di fare in fretta e furia una remastered che tanto rimasterizzato non lo è dato che già all'epoca sembrava fotorealistico.


L'unica cosa tecnica che ho trovato realmente migliorata sono i tempi di caricamento eppure quello che più allontanerà le nuove generazioni da questo capolavoro sarà la presenza della lingua inglese come unico sottotitolo mentre per il parlato si può variare su quello jappo e migliorare decisamente l'esperienza e notare come anche gli amici nel Giappone degli anni 80 si chiamino per cognome mentre il sottotitolo segna il nome del personaggio.


Una piacevole miglioria moderna è la presenza del salvataggio libero mentre se non ricordo male nel gioco per Dreamcast salvavi solo durante la notte così da non poter barare in certi eventi a tempo rendendo il gioco difficile e realistico per l'epoca.
Il passaggio del tempo con la gente che "vive" la propria vita permetteva di godere di un esperienza all'epoca unica, ora associata più che altro a GTA, così da vedere negozi chiusi a certe ore o persone da trovare che non stavano sempre ferme ad aspettarti.


Per un JRPG degli anni 90 era un evoluzione mastodontica che portava ad una nuova evoluzione del genere mista a sequenze in stile punta e clicca investigativo, adesso un qualsiasi gioco della Telltale Games, e combattimenti 3D con il sistema di Virtua Fighter.
Soprattutto le prime ore di gioco sono ancora adesso spiazzanti con il giovane Ryo Hazuki che cerca il misterioso assassino del padre chiedendo informazioni ai vicini e nei negozi circostanti e questa lentezza narrativa serviva soprattutto a calarsi nel Giappone del 1986 pieno di personaggi e locazioni.


All'epoca le piccole parti di quartiere esplorabili facevano sembrare la città gigantesca ed appunto piena di vita ma confrontato con i giochi di oggi tutti free roming e mappa aperta è certamente riduttivo, per questo chi non ha nel cuore questo titolo potrebbe storcere il naso a sentire parlare di libertà d'azione quando poi di azione ce n'è poca e la libertà resta confinata in certe locazioni chiuse.
La mole di extra e collezionabili per fortuna aiuta a distrarre il giocatore con piccole chicche godibili ancora adesso.
Non a caso SEGA ha ripreso molte cose per la sua serie Yakuza che però con l'introduzione della malavita e della metropoli tentacolare ha perso nolto del suo fascino nonostante il Drago di Dojima sia uno dei miei protagonisti preferiti.


La cosa più importante ai fini del gameplay è passare il tempo extra, quando bisogna aspettare lo step successivo della main quest per determinati orari o giorni, in magnera produttiva spesso allenandosi nel parco oppure al dojo così da imparare a fondo le mosse di lotta che quando sarà il momento di usare faranno la differenza se portate al massimo.
Nel 2018 questo concatenarsi di eventi ed investigazioni, con i primi QTE realizzati per non spezzare le scene cinematiche, è certamente lento ed a volte ridondante ma l'opera che Yu Suzuki creò nel 1999 poneva il giocatore di fronte ad un nuovo concetto di realismo dove spesso la soluzione più pratica nella realtà era quella giusta anche nel gioco.


Per andare in uno scantinato buio non si deve risolvere qualche strano enigma come in Resident Evil ma basta andare al negozio vicino casa a comprare una torcia o cambiare la lampadina fulminata e questa cosa me la ricordo ancora adesso perché era letteralmente spiazzante.
Così come chiamare al telefono un amico che non si vede in giro da giorni per scoprire che ha l'influenza, fare i regali di natale o passare il tempo in sala giochi con i coin op dell'epoca.


Shenmue propone tutto questo ed anche se lo fa con una grafica poco definita per gli standard odierni, ed una legnosità tipica dei vecchi giochi comandati con la croce direzionale, e per me basta ed avanza per promuoverlo.
Quello che ancora adesso mi colpisce è l'atmosfera sognante che ogni grande avventura riesce a trasmettere, come riguardare i Goonies o Indiana Jones adesso e lasciarsi incantare nuovamente per la millesima volta,  perché quello che rende grande Shenmue sono le emozioni che fa vivere al giocatore e non il semplice gameplay come un CoD o un FIFA qualsiasi,


Credo che chi lo critichi probabilmente non ha mai giocato l'originale ne tanto meno ha avuto la pazienza di cercare e scoprire tante chicche appaganti sparse per il gioco ed in fondo sono due titoli al prezzo di uno ma manche qui la gente si lamenta.
Rendiamoci conto che due titoli a circa 30€, un po di più fisico con diversi extra da collezione, è la norma anzi titoli del PSN davvero mediocri costano anche una ventina di euro e no hanno un briciolo del fascino di Shenmue.


Se pensate che dovete pagare solo la grafica e gli FPS stabili non capite davvero niente di videogiochi ed è inutile che vi offendiate, con Shenmue pagate un pezzo di storia videoludica che ha davvero fatto la differenza e non qualche MMO che tra un anno avrete già dimenticato.
Certamente non è adatto a tutti ne ieri ed ancora meno oggi dove i ragazzini non vogliono storie di vendetta ed arti marziali ma solamente giocare online al titolo del momento ma Shenmue è da avere.


Infatti chi lo vuole deve solo sapere che nonostante la modernità anzi forse proprio a causa di essa c'è una patch 1.01 che risolve numerosi bug, sopratutto visivi e di stabilità del gioco, e quella di Shenmue II è alquanto corposa raggiungendo quasi i 2GB ma effettivamente le ha anche Crash Bandicoot ed un tempo non ci lamentavamo così tanto di qualche glitch e ce li tenevamo.
Il gioco è in inglese e la rimasterizzazione non è eccelsa con solo una spolveratina agli angoli mentre i controlli sono legnosi come allora ma dietro questi difetti ci sono così tanti pregi che difficilmente Shenmue non entra nel tuo cuore dopo che ci hai giocato e per me è stato così e rigiocarlo adesso su PS4 ha solo confermato quanto bello è questo gioco, quindi giocateci!

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