La deriva anime di Netflix ormai è consolidata con tante partnership e progetti originali ispirati ai grandi classici, come il discusso Devilman Cry baby, eppure in pochi ricordano che è stato il Voltron della Dreamworks a dare il via a tutto.
Forse per combattere Cartoon Network o magari semplicemente perché in America la popolarità di Voltron, l'adattamento di Golion che a malapena i giapponesi hanno visto, è così alta che c'era il bisogno di un reboot moderno Netflix ha creato la sua prima anime original series con il supporto di Dreamworks ed è stato subito un successo internazionale.
Sebbene da noi sia arrivato da poco, in questo caso fu Daredevil a sbalordire gli italiani nerd e fargli fare l'abbonamento, trovo che sia un cartoon molto piacevole proprio perché non è un anime scimmiottato ma un prodotto a metà tra i due mondi con le parti migliori di entrambi o quasi.
Il cambio di design e storia, Zarkon paladino nero e Shiro vivo ma con un braccio bionico, non sono state gradite da tutti i puristi ma essenzialmente si tratta di un reboot modernizzato quindi tutti quei neon e le lucine sulle tute ci stanno così come l'evoluzione dei personaggi e della storia divisa a stagioni senza contare le numerose gag tipiche dei prodotti odierni.
Non a caso la prima season del 2016 è molto introduttiva, tredici episodi in cui la Voltron Force fatica a cooperare e non sa usare i poteri dei leoni, la storia infatti prende mordente solo verso la fine con un finale tipico dei telefilm Netflix che ti lascia voglioso di vedere il seguito, subito!
Per fortuna appunto non si tratta di un anime da un episodio a settimana, una stagione all'anno, ma di una produzione direct to video che nel 2017 ha viste pubblicate ben tre stagioni per poi chiudersi con la settima quest'estate.
A differenza di Voltron che durava 124 episodi grazie all'aggancio forzato con Armored Fleet Dairugger XV operato dalla World Events Product nel 1983 e dello stesso Golion da 54 episodi in cui i buoni se ne stavano sul pianeta ad aspettare che i cattivi gli mandassero contro dei mostri già forniti di bara, Voltron Legendary Defender spicca subito il volo iniziando a girare la galassia dando molta importanza alle sfumature sci-fi piuttosto che ai robottoni che si picchiano.
Un altra cosa che ha fatto storcere un po il naso ai vecchi fan è proprio che in queste due prime stagioni, cioè ben 26 episodi Voltron non si vede quasi mai e spesso deve fuggire o viene salvato rendendo questa leggendaria arma suprema uno dei robot meno performanti della storia.
Questo è naturalmente voluto per evolvere i personaggi con un lento processo di maturazione e cambiamento, che porterà anche al cambiamento dell'ordine dei piloti nelle serie successive così da avere la principessa sul leone blu ed è una scelta che mi piace.
Come per il remake di Yamato 2199 non ruota tutto intorno al mecha che ogni episodio abbatte il mostro nemico ma si tratta di un viaggio nello spazio pieno di rischi ed imprevisti.
Questa è una delle cose che più mi è piaciuta della parte "americana" della serie mentre lo stile anime dei protagonisti e le battaglie dall'incredibile coreografia sono ciò che apprezzo del lato "orientale" di questo Legendary Defender.
Graficamente l'uso della CG è meno invasivo di tante serie giappe come Aquarion Logos, che si muove con un paloinculo e certi Transformers moderni, ci sono molte battaglie spaziali davvero stimolanti ed assalti armati dei paladini a piedi in cui la grafica e solo aiutata e non forzata dall'animazione digitale così che la serie resti sempre un gioiello da vedere.
Il finale della seconda stagione è nuovamente un invito a voler vedere gli altri episodi e per fortuna su Netflix escono tutti insieme così da farsi un overdose di leoni nell'attesa che il principe Lotor ascenda al trono.
Per chi ama e ricorda vagamente la vecchia storia non c'è da fare nessun paragone perché le due opere sono fondamentalmente distinte e nonostante sia contro corrente devo dire che mi piace enormemente di più questa nuova versione.
E' come quando scopri il manga di Mazinger Z oppure Macross invece di Robotech e l'anime adattato dall'America perde il suo sapore gustoso per lasciare un retrogusto amaro solo che questo Voltron Legendary Defender è un prodotto occidentale genuino che ha imparato dai maestri giapponesi e non solo riuscendo in un abile mix di azione ed umorismo.
Dimenticate gli episodi con lo stesso plot ed abbracciate la storyline sequenziale di quest'opera anche se per il momento in versione italiana ci sono appunto solo le prime due, mi ero dimenticato di parlarne ma grazie ai babbaci del Voltron classico mi è tornata la scimmia anche per questa versione e chissà che non facciano dei model kit anche sul nuovo design oltre ai giocattoli già usciti, quindi se non l'avete ancora guardato rimediate subito e tuffatevi nelle avventure di Voltron Legendary Defender su Netflix perché non ve ne pentirete ed inizierete ad amarlo molto presto.
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