Kerbal Space Program e la difficoltà dei viaggi spaziali


Era da parecchio che tenevo questo post come bozza e finalmente sono riuscito a lavorarci perché vedendolo sul Playstation Store in offerta mi sono ricordato che è un gran gioco ma purtroppo in pochi lo conoscono.
Nei suoi pochi giga di download è racchiuso un vero simulatore spaziale ma non di quelli sc-fi pieni di astronavi che combattono bensì un titolo che per quanto umoristico nel proporre i Kerbal del titolo come astronauti riesce a risultare profondo ed appagante.


Il gioco come dalla migliore tradizione dei simulatori sin dal tempo dei primi Sim City e Civilization ci propone diversi scenari in cui andare a realizzare il sogno di questi piccoli umanoidi verdi nel lasciare il proprio pianeta per l'ostile ed inesplorato spazio o anche solo arrivare sulla luna.
Purtroppo il titolo è solamente in inglese ed anche qui alcuni storceranno il naso, le musiche sono d'atmosfera ma nulla di memorabile, ma non è questo il motivo per cui l'ho comprato.


La grafica è decisamente minimalista per gli standard odierni, il titolo risale al 2011, ma riesce nel suo intento mostrando strutture ed equipaggiamenti sul suolo.
Kerbal non punta certamente al realismo grafico anzi ha fatto della sua ambientazione con una razza buffa uno dei suoi punti di forza e come ogni buon simulatore la cosa che conta maggiormente sono i dati e le schermate dove andremo ad operare scelte vitali.


Facendo la carriera libera è possibile formare il proprio team non solo di astronauti ma anche di ingegneri che lavorano allo sviluppo, tenendo di conto soldi e fattori politici, oppure si può optare per avere tutto subito così semplicemente da testare i vari velivoli che andremo a costruire.
A differenza dei giochi sci-fi in cui lo spazio è già colonizzato e si viaggia in lungo e largo come in Mass Effect si parte proprio dalle basi scoprendo quanto siano difficili i viaggi spaziali o anche solo costruire un razzo funzionante.


Infatti Kerbal Space Program permette di creare i propri mezzi da zero oltre ad utilizzare quelli prefatti e la soddisfazione di riuscire a fare decollare la propria creatura è decisamente grande soprattutto dopo gli innumerevoli fallimenti.
Non a caso si tratta di un gioco lodato dalla critica e dai giocatori che ci si sono cimentati assiduamente perché per i casual gamer il gameplay di Kerbal è decisamente proibitivo.


Basta un minimo errore di costruzione o di pilotaggio per vanificare ore di gioco ed a differenza di titoli come No Man's Sky che la fanno facile qui anche solo decollare senza incidenti è un impresa ardua che certamente scoraggia i neofiti.
Eppure sta proprio qui il bello dei simulatori realistici, non si tratta di vincere una battaglia usando pochi uomini per quello c'è Samurai Warriors, qui si parla di realizzare qualcosa di incredibile ed impensabile sino a poco prima così da vedere la gioia nella faccia di questi figli di Carletto e dei Minion per essere appagati.


La longevità è decisamente alta sia grazie ai vari scenari ed ai trofei che richiedono di esplorare i diversi pianeti che per il gameplay stratificato che richiede una buona dose di trial and error per diventare capaci a gestirlo.
Ciò non piacerà a molti ma se dopo dieci anni questo gioco è ancora un must è proprio perché non è irragionevolmente difficile, come certi finti Souls, e nei mille disastri in cui impariamo a fare un semplice volo orbitale c'è qualcosa che non riesco a spiegare e che forse la massa non riesce a vedere al primo sguardo ma che rende Kerbal meritevole di essere vissuto.

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