E' innegabile che Sifu, il secondo gioco realizzato da Sloclap che riprende alcune meccaniche da Absolver, sia un titolo estremamente difficile da padroneggiare ma questo non vuol dire che sia impossibile come molti lo descrivono ne tanto meno che sia un roughlike.
Infatti Sifu incarna alla perfezione lo spirito del Kung Fu che fa da perno alla storia di vendetta, tipica di qualsiasi film di arti marziali che si rispetti, e richiede abnegazione e pratica ma resta sostanzialmente un picchiaduro a scorrimento ed ecco la mia recensione per spezzare una lancia in suo favore.
La grande difficoltà di Sifu risiede non tanto nel sistema di invecchiamento che in realtà è una sorta di continue dinamico che dà le stesse possibilità di un Street of Rage 4 ed altro picchiaduro old school ma nel sistema di apprendimento delle mosse che andranno sbloccate nella run in corso e poi comprate altre cinque volte per essere apprese definitivamente.
Dato che questo richiede un sacco di exp bisogna concentrarsi su una mossa alla volta ed in caso di game over per vecchiaia bisogna sbloccare la mossa nuovamente ma per fortuna viene tenuto conto delle volte che si è comprata ma per le abilità costose richiede un grinding notevole come dicevo nella mia video recensione.
Insomma ci vuole pazienza e tanto farming per sbloccare abilità utili, per non dire necessarie come l'interazione con gli oggetti a terra, e perciò il gioco risulta ostico all'inizio confrontandolo con gli standard moderni in cui basta poco per potenziare a bomba i personaggi.
Le mosse base saranno quindi le nostre più fidate armi, anche se qualche bastone e bottiglia recuperata nello scenario danno un boost notevole, ma soprattutto non basta spammare pugni per mandare a tappeto gli avversari.
E' questa caratteristica che in molti hanno accumunato a Dark Souls e company ma in realtà è semplicemente sensato non buttarsi nella mischia a testa bassa e se vogliamo fare un paragone il combat system è decisamente ispirato a Sekiro con cui condivide il concetto di postura da rompere per assestare colpi mortali.
Un altra cosa che fà pensare erroneamente ai soulslike è la possibilità di aprirsi scorciatoie per arrivare prima dai boss ma questo è un altro elemento già presente nei classici picchiaduro, con stage segreti e bivi, e sostanzialmente bisogna utilizzarle solo quando nella bacheca si è sbloccato ormai tutto e si sono ottenute diverse abilità così da ripartire dall'inizio per arrivare dai boss con meno scontri, quindi anche meno exp, per finire il livello il più giovani possibile per avere maggiori tentativi nello stage successivo.
Dato che il contatore di invecchiamento è dinamico, può anche essere rallentato sconfiggendo particolari nemici di alto rango o gli scagnozzi in berserk, migliorare i propri risultati sino a perfezionarsi è un obbligo del gameplay.
Perciò chi sta cercando di finirlo alla svelta in una run sola trova così tante difficoltà, Sifu va padroneggiato ed assimilato andando sempre a migliorare i propri risultati sino allo scontro finale.
Tecnicamente su Playstation 4 non brilla ma lo stile grafico e le atmosfere sono ottime, per le musiche invece avrei preferito qualcosa di più incisivo, ma quello che conta è il gameplay perché pad alla mano Sifu restituisce una sensazione di padronanza del combattimento davvero eccezionale.
La longevità è discreta considerando che il gioco ha solo cinque livelli e per arrivare al finale segreto bisogna essere dei veri campioni di arti marziali ma lo trovo meno frustrante dei soulslike anche se capisco che non tutti possano apprezzare questo stile ma se amate i film di Kung Fu allora Sifu fà per voi.
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