Soul Calibur VI un reboot è meglio di un sequel?


Ci sono casi in cui i trailer sono molto ingannevoli e per Soul Calibur 6 che a mio avviso è stato lanciato nella mischia senza troppe attenzioni è addirittura deletereo.
Guardando quel filmato ci si aspetta un sequel con il ritorno di molti personaggi ringiovaniti ma invece la dura realtà è che nonostante il numero romano questo è praticamente un reboot del primo Soul Calibur ma prima di gioire per queste parole bisogna aggiungere che è un reboot per le nuove generazioni.


Infatti il gameplay è ancora più semplificato di quello visto in Tekken 7 e se qui non ci sono le auto combo, come hanno aggiunto anche in Dragon Ball FighterZ, gli aiuti al giocatore sono così tanti da nullificare tutto il resto.
Basta premere L1 per eseguire una mossa imparabile e spezza difesa, con R1 si attiva il taglio invertito che prima protegge il giocatore con un auto counter in difesa e poi passa all'attacco scatenando un sasso-carta-forbici con l'avversario per un attacco devastante a fortuna, ed infine con R2 si esegue una mossa speciale che toglie anche metà vita all'avversario così con un tasto.


Certo bisogna avere una barra per le special, portando il combat system più vicino ad un classico Street Fighter che non al vecchio Soul Edge, ci sono mosse che fanno da interruzione e chi è bravo ad usare il passo laterale riuscirà a schivare molti di questi attacchi automatici ma non è il Soul Calibur tecnico che ho amato sul Dreamcast ne il gioco pieno di finezze della Playstation2.


Potrò sembrare molto critico ma sono un amante dei picchiaduro da sempre ed ho avuto la versione giapponese del primo Soul Calibur ed ho ben quattro versioni del secondo capitolo, contando anche quella digitale, giusto per dire che SI a me la serie piace o meglio piaceva prima che rovinassero tutto con il quarto e quinto capitolo all'insegna del non sappiamo che fare.
La scelta di riportare la trama a subito dopo la sconfitta di Cervantes e ripristinare i personaggi classici, e giovani, cancellando molte delle cavolate fatte negli ultimi anni ma portare il gameplay all'osso per attirare i neofiti non mi sembra la scelta giusta.


Effettivamente se non si è amato la saga anche se si conosce di nome il brand difficilmente ci si avvicina ad un sesto capitolo solo perché basta premere due tasti per vincere contro la CPU ed effettivamente sono sempre più convinto che la Namco abbia fatto le cose col culo perché uscire dopo Assassin Creed Odyssey e Call of Duty Black Ops 4 giusto la settimana prima di Red Dead Redemption 2 lo trovo un suicidio assistito e la presenza di Geralt di Rivia nbon basta ad attirare gente.


Passando al alto tecnico il gioco è anche altalenante ovvero ha una grafica bellissima e curata per i personaggi mentre i fondali sono spogli e sfocati perché probabilmente sono una versione HD di quelli PS3 o di qualcosa lasciato in sospeso da tempo ed aggiornato in fretta.
Il sonoro riesce ad essere epico utilizzando le musiche iconiche della serie con l'aggiunta delle voci in giapponese per i malati come me.


Purtroppo i caricamenti sono un po' lunghi e questo spezza molto l'azione nella modalità Bilancia dell'Anima, tipo la cronistoria della spada ma piu menageriale, che almeno riesce a tenere vivo l'interesse del giocatore.
La longevità di questo Soul Calibur VI è molto più alta del V a mio avviso e la nuova modalità permette di usare un punto di vista diverso da quello del personaggio famoso aumentando l'immersività del giocatore.
Infine tramite certe scelte contestuali la bilancia pende verso il bene o il male sbloccando anche missioni speciali e situazioni particolari ma non so se effettivamente valga la pena rigiocarlo una seconda volta facendo scelte diverse.


La modalità storia purtroppo è qualcosa di pallosissimo con più parlato-scritto di molti JRPG, un po' come accaduto a New Gundam Breaker, risultando quasi una visual novel rovinata da qualche battaglia con il gameplay semplificato.
tra l'altro la storia che ricordo è anche diversa ma per fortuna l'arcade e soprattutto il versus, sia online che offline, riesce a dare soddisfazioni all'utente grazie a tanta azione senza tutti questi dialoghi.


Sono proprio questi alti e bassi a rovinare la media del titolo, basti pensare che i punti anima per sbloccare gli extra sono diversi dal denaro in game per armi ed oggetti curativi ma in sostanza c'è ben poco da sbloccare a differenza dei primi capitoli.
Sarà che ne ho giocati troppi ma la magia di Soul Calibur non la percepisco in nessun modo in questo titolo nonostante la buona volontà degli sviluppatori.


Da una parte c'è la voglia di innovare e proporre il brand alle nuove generazioni sfruttando i personaggi iconici della saga e le modalità più apprezzate, unite ad un potente editor, ma poi il tutto si perde in una realizzazione scialba e frettolosa che non li valorizza a dovere.
Fate anche attenzione a non perdere troppo tempo a creare il personaggio perché la modalità Bilancia dell'Anima ne usa uno pre impostato che si può modificare ma non permette di caricare uno di quelli realizzati con l'editor del menù principale che invece vanno benissimo per l'online.


Bastava solo un po' di cura per fare un ottimo gioco ma si vede che in casa Namco puntano al risultato facile in quest'era dove i picchiaduro sono di nicchia e bisogna spremere soldi con un season pass che sbloccherà tre personaggi extra che non si sa quali siano.
Peccato, consiglio Soul Calibur VI solo ai fan sfegatati della serie perché l'unico motivo per cui l'ho comprato è l'amore verso certi personaggi come Siegfried e Nightmare ed il concetto di picchiaduro con le spade non di sicuro per la qualità complessiva del gioco.
Forse è proprio il fatto che invece di continuare su una strada tracciata male e migliorarla Namco abbia preferito ripartire ad avermi deluso, allora era meglio evitare quel VI e generare una nuova IP che facesse davvero un salto di qualità invece di questo reboot.

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