Sherlock la quarta stagione e poi?

- Che sia l'ultima stagione!

A volte non ci si aspetta molto dalle cose e si rimane favorevolmente colpiti anche da poco, poi le pretese e le aspettative salgono e diventa sempre più difficile appagarle.
A parte gli zombie che giocano solo a CoD e Fifa senza rendersi conto che ogni anno gli rifilano la stessa pappa con la copertina diversa il nerd medio si aspetta sempre troppo dal sequel di qualcosa che gli piace, oppure da un trailer e qualche promessa, eppure la quarta stagione di Sherlock è arrivata e passata senza lasciarmi dentro niente.


Dopo ben tre anni di attesa dalla terza stagione già sottotono e lo speciale della droga ho visto in ritardo quella che forse è l'ultima serie di questo atipico telefilm firmato da Moffat e Gatiss per la BBC.
Non tanto per come finisce, anzi un finale più aperto non poteva esserci, ma per come hanno gestito la storia e come la serie sia passata da un brillante poliziesco a qualcosa di simile a Saw e del tutto fine a se stesso.

L'eliminazione di Mary è a dir poco ridicola e superficiale, come le sue origini segrete da fumetto Image anni 90, e dopo il primo episodio ero già tentato di stoppare la visione.
Non riesco proprio a capire perché abbiano forzato così tanto il personaggio di Mary per poi farlo morire senza senso, in realtà già non capisco come possa piacere Amanda Abbington ma i gusti sono gusti.


Ho voluto dargli una possibilità ed il secondo episodio per me è il migliore anche se il serial killer con i denti storti non è credibile neanche in CSI Uganda.
Infatti Toby Jones nonostante i suoi molteplici ruoli, tra cui la voce originale di Doby in Harry Potter, è davvero un uomo brutto.


Qui però si nota proprio come la parte investigativa e razionale lasci il posto a trovate farlocche, scene che sembrano uscite da Trainspotting, ed incastrate a forza con tanto di cattivone che confessa a nastro se no mica riuscivano a dimostrare qualcosa.


L'unica cosa che mi è davvero piaciuta di questo secondo episodio è la fotografia e gli effetti speciali, un infinità per essere un poliziesco, e molte scelte visive sono surreali ed appaganti mettendo in dubbio se quello che vede Sherlock sia la realtà o le allucinazioni indotte dalla droga, un po come Legon e la schizofrenia, e sono queste cose che mi sballano perché di certo la trama non è all'altezza delle prime stagioni.


Ma è il terzo con la sorella Holmes ha cadere davvero in basso e per guardarlo tutto bisogna spegnere il cervello.
Il bello di Sherlock Holmes, dai libri ai vecchi film sino agli ultimi videogiochi, è la parte investigativa che permette anche al lettore di seguire i ragionamenti di Sherlock e confutarne le abilità o almeno per me è così quindi queste storie che si uniscono forzatamente proprio non mi piacciono.


Sian Brooke che interpreta la sorella Holmes ha un incredibile potere di trasformazione ovvero a seconda di quale serial si guardi, o anche durante gli episodi di questa stagione, cambia radicalmente e nonostante non sia patonza perché in un serial inglese sembra brutto metterci la figa non è una brutta donna.


Mycroft è un imbecille perché lascia Moriarty e Euros da soli sapendo quando sono pericolosi.
Euros oltre ad avere un nome da pochi soldi, risate registrare, non solo è un genio del male ma anche una mutante in grado di organizzare colpi improbabili stando su un isola remota.


Anche qui la parte poliziesca lascia il passo troppo facilmente ad un giochino in stile Saw che serve a tenere vivo l'interesse dello spettatore con prove mortali e davvero irrealizzabili da una scala da  meno dieci a 007 con Roger Moore.


Se più avanti ci sarà una nuova stagione bisognerà aspettare anni, ormai Martin Freeman reciterà in carrozzina da quanto è invecchiato precocemente, ma Watson padre vedovo e Sherlock senza nemesi non mi convincono.
Già questa stagione è dozzinale, lo stesso effetto subito da CSI dopo le prime meravigliose annate, e francamente spero che si fermi qui dato che ha già varcato il limite.

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