Sherlock The Abominable Bride


Ci siamo di nuovo, Moffat ha colpito ancora, insomma devo ammettere che quando vuole lui ma soprattutto Mark Gatiss riescono a creare qualcosa che sorprende e così con questo special la serie di Sherlock si arricchisce di un nuovo tassello ma soprattutto di una puntata memorabile.
Sherlock The Abominable Bride è uno special che tutti gli amanti della serie televisiva devono vedere ed adesso andiamo a dargli un occhiata più da vicino.



Si tratta infatti di uno special da un ora e mazza che vede i due eroi nei panni delle loro controparti vittoriane cone appunto nei raconti di sir Arthur Conan Doyle e vedere Benedict Cumberbatch e Martin Freeman in costume è una cosa lodevole, come al solito la storia è lievemente basata sui racconti ma prende una piega decisamente inaspettata soprattutto perché fa vedere i personaggi che abbiamo imparato a conoscere in maniera così diversa dai romanzi in una nuova versione ancora.


Ecco dunque un Holmes con il cappello e finalmente un Watson con i mustacchi ma si vede acnhe un Lestrade poliziotto di Scottland Yard canuto e per bene mentre la grande svolta tocca a Molly Hopper.


Si infatti visto che all'epoca non era permesso alle donne fare certi lavori adesso ha un bel paio di baffi anche lei ma in realtà è un trucco e questa sottile ironia è uno degli ingradienti forti del programma che ho imparato ad apprezzare dopo le prime diffidenze dovute appunto al cambio di climax.


Il caso come suggerisce il titolo dell'episodio, che si può considerare a tutti gli effetti un intermezzo tra la terza e la quarta stagione, è incentrato su una sposa abominevole in quanto ha ucciso il marito dopo essersi suicidata e ciò crea molte complicazioni a Lestrade che da buon uomo dell ottocento è molto superstizioso.


Questa nota horror si sposa benissimo con l'ambientazione e le strade fumose di Londra e le ville di campagna isolate nel cuore della notte sono perfette per la storia.


Invece Sherlock riesce a vedere il caso in maniera molto più nitida e sono intriganti anche i pezzi con le varie citazioni del lavoro di Watson come reporter delle avventure e scrittore di romanzi senza contare i vari intermezzi comici di cui è farcita la produzione, quasi tutti legati appunto a Watson, che servono per alleggerire la pesantezza.


Memorabile anche la versione grassa di Mycroft che ricorda un po il personaggio visto nei film di Guy Ritchie ma che è molto incline al suo ruolo, così come Gatiss che nonostante il trucco riesce a recitare benissimo o forse fare lo stronzo gli riesce naturale, quindi sembra che verso metà episodio si cambi caso ma invece anche il secondo omicidio è legato alla sposa Emilia Ricoletti e per questo Sherlock Holmes deve indagare con i suoi mezzi speciali.


Ovvero il suo acume e la concentrazione che a differenza dei precedenti episodi non prende la forma di un palazzo mentale dove lui se la viaggia ma è una meditazione trascendentale con cui osserva nel dettaglio tutti gli eventi.



Almeno finchè non ha bisogno di quella spinta in più che solo la cocaina gli può dare ed anche qui mi sono piaciute le citazioni del personaggio originale ma anche il ritorno del grande Andrew Scott nei panni di Moriarty.



Chi ha già visto lo special lo saprà ma anche durante la visione ci sono un paio di battute e sottigliezze che fanno capire che in realtà questo sia tutto un sogno ed eccoci nuovamente nel presente con quella che si può a tutti gli effetti definire come la quarta puntata della terza stagione con l'aereo che atterra e tutti che vanno a trovare Holmes che stava appunto cercando di capire come potesse essere sopravvissuto Moriarty citando nella sua mente un vecchio caso come se anche lui fosse stato presente all'epoca.


Questo compito gli è stato facilitato dal fatto che prima di partire si sia strafatto per sopportare l'esilio e quindi le sue allucinazioni siano più reali del solito e quindi mentre ricade in uno stato onirico causato da un overdose rieccoci nel passato a scoprire come la sposa abbia potuto commettere quegli omicidi.


Ma anche questo è frutto della droga e non c'è una vera spiegazione ai fatti se non qualche indizio ed ecco tornare Moriarty nei panni appunto della sposa.


Questi scambi tra realtà e fantasia poco marcati ed anzi molto onirici che lasciano lo spettatore libero di pensare o meglio credere che il sogno sia quello che più gli fa comodo rende la visione dell'episodio poco scorrevole ma molto intrigante ed infatti anche questo ritorno alla realtà non è altro che un sogno pronto a collassare su se stesso con toni molto horror alla Romero.


Ormai Shelock sa di sognare e che il Moriarty che vede è solo una proiezione delle sue oscure paure e quindi lo affronta nella cascata, citando l'opera di Doyle che nel contesto del telefilm non esiste, e soprattutto dice anche la famosa frase che tutti ricordano del celebre investigatore ma che in realtà è stata forgiata solo in seguito e nei romanzi non vieme mai detta.


Titoli di coda e... rieccoli a disquisire sullo strano futuro che attende l'umanità fumando la pipa e bevendo liquore sul finale di quella che è stata una delle cose migliori che ho visto quest'anno e visto che è incominciato solo da una settimana spero di vedere tante altre cose interessanti ma devo ammettere che mi è piaciuta un sacco questa puntata ed in generale Sherlock per quanto sotto le grinfie di Moffat è una buona serie, mentre il Doctor Who ha perso mordente nelle sue mani, e risulta uno degli episodi migliori che abbiano fato anche se essendo un intermezzo è difficile da guardare a se stante.


Diciamo che ci vorrebbero più telefilm come Sherlock, Jessica Jones e The Man in the High Castle di cui parlerò a breve, perché spesso la qualità deve essere superiore alla quantità quindi basta cose sugli zombie, a pare lo splendido Ash vs Evil Dead, e vediamo come sarà la nuova stagione di telefilm del 2016 che per il momento è partita benissimo.

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