BlazBlue Centralfiction una perla per pochi eletti


Fare una recensione obbiettiva non è mai facile, fare una recensione di un gioco di nicchia che in pochi oltre a te comprano lo è ancora meno, ma fare la recensione di un gioco che il 90% della gente non sa neanche che esiste è davvero difficile.
La saga di BlazBlue nasce nel 2008 eppure dopo quasi un decennio passato con sette giochi, vari spin off, quasi una decina di light novel, ed una serie animata c'è ancora chi non lo ha mai giocato ne sentito nominare mentre sbava al solo sapere che Tekken 7 uscirà il 2 giugno.


Questa infatti è una recensione fatta con il cuore per una di quelle serie, lascito spirituale di Guilty Gear, che ormai fa parte di quella categoria poco commerciale che sono diventati i picchiaduro 2D.
Basti pensare che un tempo un qualsiasi gioco di lotta finto Street Fighter era un obbligo da giocare per ogni ragazzino della mia generazione mentre adesso il quinto capitolo del patriarca del genere si è rivelato un titolo altamente mediocre.
Insomma è difficile fare capire ad un neofita cosa rappresenta BlazBlue e qual'è il suo valore mediatico, qui non si tratta di numero di poligoni su schermo visto che è  bidimensionale ne tanto meno di risoluzione 4K nativa perché quello di cui è fatto questo gioco è amore!


Lo stile anime della presentazione e dei personaggi, l'enorme giocabilità di un gameplay affinato nel corso degli anni prendendo spunto dalle idee migliori della concorrenza, ed una storia intricata con mille sfaccettature da fare invidia ad un GDR rendono BlazBlue un must per gli appassionati ed un deterrente per tutti coloro che si avvicinano alla serie per la prima volta.


L'aggiunta di ES da Code Embryo complica ulteriormente il fattore narrativo, che senza i romanzi inediti da noi ha molti punti oscuri per il background di certi personaggi, e per questo forse Centralfiction per quanto completo non è il titolo con cui iniziare la saga.
Paradossalmente i due nuovi Guilty Gear rinati con Xrd e con la sua evoluzione sequel Revelator sono abbordabili per chi vuole iniziare mentre con Centralfiction il piacere sta proprio nel vedere nel dettaglio la chicca che unisce ogni capitolo ripagando il giocatore dei suoi sforzi, e dei soldi spesi per le mille versioni migliorate, ma senza ombra di dubbio questo è il miglior capitolo della serie sotto tutti i punti di vista.


Tecnicamente parlando il gioco si difende molto bene anche se incomincia a raggiungere il limite della tecnologia con cui è stato creato ma quello che mi scoccia davvero è la sua pubblicazione non solo in ritardo ma unicamente in digitale, per il peso di quasi 19GB, a prezzo praticamente pieno.
Per questo la recensione arriva solo adesso dato che l'ho preso in offerta negli ultimi saldi ma non ho avuto molto tempo per giocarlo stando dietro a Final Fantasy XV che devo ammettere è passato in primo piano nonostante il mio folle amore per i picchiaduro.


La variante della modalità abyss è un gustoso e lungo passatempo mentre lo story mode è davvero completo ed appagante per chi ama i personaggi della saga, molto sottotono le funzioni online che almeno per quanto mi riguarda laggano un casino.
E' triste inoltre trovare pochissimi giocatori italiani in rete ma per fortuna c'è una corposa sezione gallery, con tanto di omaggi di diversi artisti e mangaka, con cui solazzarsi in privato per spendere i punti fatti nel gioco.


BlazBlue Centralfiction riesce nel suo intento di compiere un passo avanti e finalmente il roster è ricco di personaggi che prima erano solo comparse narrative ma proprio per questo solo chi ha giocato ai precedenti giochi lo può apprezzare.
Insomma non sono riuscito minimamente ad essere obbiettivo, ed in fondo questo blog non lo è mai stato, ma devo dire che per quanto bello in pochi possono apprezzare questa perla che proprio per il fatto di essere così rifinita risulta un prodotto destinato a pochi eletti quindi sono contento di essere tra di loro per godermi questa meraviglia.

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