Il serpente Ouroboros - il fantasy della vecchia scuola


Il serpente Ouroboros, scritto nel 1922, è uno dei grandi classici della letteratura fantasy e d’immaginazione, un capolavoro apprezzato da J.R.R. Tolkien e C.S. Lewis, unico nel genere per la magnificenza del linguaggio e l’originalità della visione fantastica. Eddison narra le vicende di un mondo situato nello spazio piú profondo: qui si contrappongono i Demoni e le Streghe, due nazioni in lotta il cui destino è segnato dallo scorrere inesorabile del tempo, e dall’immagine fatale del serpente Ouroboros che si morde la coda…
Una moderna Iliade che richiama il dramma elisabettiano, le saghe islandesi, le cruente storie di John Webster, un’opera infinitamente ricca di personaggi e situazioni, di scene incantevoli e poetiche, violente e drammatiche: Il serpente Ouroboros è uno dei capolavori della letteratura fantastica di questo secolo.

Quello che mi ha colpito di questo libro è stato il fatto che la narrazione cambia drasticamente tra il primo capitolo ed il resto del romanzo.
Inizialmente la storia è incentrata su Lessingham che parte per un viaggio onirico in un altro mondo e fa da spettatore agli eventi che portano alla guerra tra Demoni e Streghe, anche se sono quasi tutti maschi, ma poi dopo che il rondicchio gli intima distare zitto la loro presenza non è più percettibile ed il ritmo cambia.
Purtroppo non diventa più veloce anzi posso affermare che Il serpente Ouroboros è uno dei fantasy più pesanti che ho mai letto e fa sembrare Il Signore degli Anelli un racconto breve nonostante sia lungo neanche un quarto dell'opera di Tolkien.
Questo non vuol dire che sia brutto o noioso anzi è estremamente epico e con alcuni colpi di scena notevoli e personaggi ben caratterizzati.
Il mio preferito rimane Brandoch Daha che risulta davvero figo ed indispensabile per quasi tutto il racconto.
Consiglio la lettura solo ai lettori con lo stomaco più forte perché può essere moto impegnativo.

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