Ghe'l'ei - Adolescenza ed addestramento - D&D Fanfiction


Dopo un po di silenzio ecco la seconda parte della fanfiction dedicata al mondo di D&D scritta da me medesimo basata sul background di un mio personaggio.
Visto che la storia è molto lunga verrà suddivisa in varie parti e questa è incentrata sull'adolescenza del personaggio ed il suo addestramento nel combattimento. Spero che vi piaccia quindi buona lettura.

Addestramento alla lotta, il talento nella spada, la rinascita dello Swordmage:

Un altro dei problemi che dovette affrontare Roland nel crescere Elric fu il suo carattere taciturno ed un indole indifferente maturata sin da bambino per resistere agli scherzi ed alle angherie degli altri bambini che lo prendevano in giro per il suo strano aspetto e lo chiamavano Ghe'l'ei e l’ostilità degli adulti che vedevano in lui uno scherzo della natura che avrebbe meritato la morte da bambino, come avevano cercato di dargli i suoi veri genitori, invece che diventare l’apprendista e figlio adottivo di un famoso Swordmage conosciuto per la sua tecnica e stimato, anche se a dire il vero più che altro temuto, da tutti per le sue audaci imprese.
Fortunatamente quell’atteggiamento nascondeva uno dei più grandi punti di forza di Elric e suo padre se ne rese conto subito e fu felice di aver fatto la scelta giusta, perché la sua vera forza stava nell’intelligenza, sin da bambino Elric si comportava in modo remissivo e sottomesso ma in realtà riusciva a fare il minimo sforzo per accontentare i prepotenti e venir lasciato in pace e per questo spesso veniva scambiato per codardo.
Cresciuto in un ambiente ostile e sotto continui maltrattamenti e rigidi allenamenti, invece che dei tranquilli giochi di un bambino, Elric sviluppo un fisico forte e ben temprato, contrariamente alla maggior parte degli albini deboli e malaticci che spesso non raggiungevano il decimo anno di vita, ed all’età di quindici anni era alto quasi come suo padre ed altrettanto robusto.
Nonostante la grande memoria Elric difficilmente riesce a ricordare un giorno della sua infanzia passato in modo spensierato senza continui allenamenti ed occhiate ostili ma di certo non dimenticherà mai la prima volta che ha ucciso, era una giornata fredda di autunno e nelle vicinanze di Dantalien spirava un vento fortissimo mentre accompagnava suo padre in missione per conto di un proprietario terriero che li aveva incaricati di eliminare i portatori di un mercante girovago che lo aveva truffato e recuperare i suoi soldi ed il carico.
Quella che secondo Roland sarebbe stata una semplice schermaglia contro degli uomini disorganizzati, ottimi per testare le capacità del figlio che crescendo sotto la sua guida aveva sviluppato tutte le caratteristiche dello Swordmage a cominciare della grande padronanza nello swordbond per richiamare la spada a distanza e nell’apprendere le tecniche del Assault Swordmage per il cui stile aggressivo Elric era particolarmente dotato a discapito del suo carattere apparentemente tranquillo, ma non si aspettava la presenza di un condottiero dragonide di basso rango armato di spada che con le sue competenze tattiche riuscì ad opporre una difesa serrata con i soli tre uomini male armati ed inesperti ma che alla fine dovette cedere alla forza combinata di Roland ed Elric.

Dopo quel giorno Elric sognò per molte notti quel combattimento e si risvegliò più volte nel pieno della notte coperto di sudore freddo con il suono stridulo della sua spada che squarciava la gola al dragonide ed il suono inarticolato scaturito dalla sua bocca mentre vomitava sangue e diceva le sue ultime parole nella propria lingua.
Quelle parole incominciarono ad ossessionare così tanto le sue notti che per esorcizzare il loro effetto si mise a studiare per giorni interi la lingua dei dragonidi sino a comprenderla alla perfezione e capire che quelle ultime parole non erano una maledizione per incatenare la sua anima all’inferno ma volevano semplicemente dire “mi hai sorpreso, ragazzino” e questo fece diventare meno minacciosi quei suoni ma non quelle terribili immagini piene di sangue che continuarono a tormentarlo per molto tempo ancora sperando di non avere più le mani coperte di sangue e senza immaginare che quello era solo l’inizio del fiume rosso sangue che avrebbe accompagnato la sua vita di Swordmage vagabondo.
Un altro particolare dell’infanzia di Elric era che nonostante suo padre credesse in Shar quella dottrina non attecchì mai nel suo cuore e che per questo fosse considerato un ateo visto il suo atteggiamento distaccato e solo molti anni dopo si sarebbe fatto conquistare dal credo di Tempus ed avrebbe forgiato il suo motto nel sangue dei nemici "sarà la spada a decidere il mio fato" e per questo nelle notti passate insonni per il ricordo della morte non aveva nessun dio a cui rivolgere le sue preghiere per liberarlo dalla persecuzione dello spirito dei morti.
Come se la morte dopo il loro primo incontro si fosse innamorata di Elric incominciò a seguire le sue orme e si incontrarono spesso ed in posti insoliti primo tra tutti la soffitta di casa dopo la fine di un addestramento e pochi giorni dopo la morte del condottiero Elric trovo il corpo di sua madre adottiva appesto all’architrave del tetto, e non riuscì a provare affetto o compassione per lei neanche in quegli ultimi momenti come lei non ne aveva provato per lui in tutta la sua vita, dove si era impiccata dopo l’ennesima lite con il marito.
Anche Felicia incominciò a popolare le notti di Elric e forse in quel modo ebbe un rapporto migliore col figlio adottivo che non in vita.

Crescendo tutti i bambini del vicinato che da piccoli prendevano in giro Elric e lo tempestavano di scherzi crudeli e feroci se non addirittura di veri e proprio pugni si fecero più miti, e mentre la forza di Elric cresceva e veniva incanalata con addestramenti e spargimento di sangue.
Le energie maligne che governavano quei monelli si erano spente per far posto alla triste condizione umana di chi si rende conto che non potrà mai avere nulla di meglio della miseria e di una vita di fatiche ricompensate con la morte proprio per questo vedere Elric diventare tanto forte e pericoloso li spaventò enormemente e fece si che lo isolassero ancora di più non perché diverso ma perché temuto.
Questo portò Elric al sedicesimo anno di vita con una grande lacuna ovvero a differenza dei suoi coetanei era l’unico a non aver provato ancora l’amore non solo nella sua forma più fisica e lussuriosa ma neanche in quella tenera innocente e spirituale fino a ché non incontrò Catelyn la nuova cameriera della taverna L’orco affamato che era situata a due isolati di distanza dalla sua casa e che divenne un luogo d’amore non ricambiato che aumentò il suo cinismo nei confronti della gente.
La taverna era modesta e arredata solo con pochi tavoli spogli, qualche cassapanca ai lati e delle asce appese al muro, appartenute al vecchio proprietario che era stato anche un taglialegna oltre che brigante e donnaiolo, non si mangiava bene ed il vino era annacquato e rancido ma la clientela faceva la fila anche solo per guardare Catelyn che nonostante la sua giovane età, appena quattordici, sapeva già come comportarsi con gli uomini e cosa volessero da lei e cosa dovesse dargli per averli in suo potere.

Purtroppo per Elric nonostante l’aspetto da bambina con i suoi occhi dolci color nocciola ed i capelli biondi Catelyn che era alta per la sua età visto il miscuglio di sangue che aveva nelle vene tra cui quello elfico che le aveva donato una rara bellezza e delle piccole orecchie leggermente appuntite aveva il carattere sviluppato crescendo con sua madre in giro per taverne e bordelli ovvero quello di una puttana pronta sfruttare chiunque per il suo tornaconto e abbandonarlo al momento opportuno e così capito ad Elric che si ritrovò con il cuore spezzato e la definitiva comprensione di vivere in un mondo crudele pronto a distruggerlo al primo segno di debolezza.
Catelyn fu anche l’unico motivo di litigio con suo padre che vedeva in lei una copia più giovane ed ambiziosa di Felicia, e sapeva come sarebbe potuta andare a finire anche se fosse riuscito a legarla a sé, e per questo cercò di dissuadere il figlio da quella relazione così palesemente opportunistica da parte di lei ma senza risultati.
Vista la sua notevole intelligenza Elric per far colpo sulla ragazza aveva imparato la lingua degli elfi solo per scoprire che lei non la parlava realmente ma faceva solo finta per darsi un tono più esotico e che in realtà conosceva solo qualche parola, fortunatamente questa conoscenza gli sarebbe tornata utile più avanti ed avrebbe salvato Elric da morte certa.
Dopo quella cocente delusione Elric non si oppose più suo padre e rispettò tutte le sue scelte seguendole sino in fondo nonostante spesso non le approvasse.



POST CORRELATI:
Ghe'l'ei - La nascita

Commenti