Detroit mesi dopo...



Nonostante sia un gioco magnifico, nonostante sia stato un titolo che nel periodo natalizio ha venduto un botto entusiasmando critica e pubblico, nonostante  si tratti di uno di quei giochi che BISOGNA giocare per essere un vero videogiocatore alla fine ho completato Detroit Become Human solo adesso.
Sarà proprio tutto questo successo mediatico che poi come una cometa è passato lasciando ben poco dietro di se a parte le offerte scontate dei centri commerciali su quello che è effettivamente una delle miglior visual novel del secolo.


Quantic Dream nonostante le polemiche e gli attriti con Sony, che al momento gli hanno fatto rinunciare all'esclusiva Playstation per essere più liberi, ha sempre sfornato ottimi giochi sin da Fahareniet passando poi per il meraviglioso Heavy Rain ed il discutibile Beyond che sono stati riproposti anche per PS4 non ha di certo fallito con questo nuovo titolo.


Quello che colpisce nelle loro produzioni è soprattutto il lato umano, non solo quello tecnologico con cui questi attori virtuali sembrano veri grazie ad una grafica sempre al di sopra dei tempi, ma è proprio la loro caratterizzazione a rende Detroit Becom Human così... umano.
A volte certe scelte testuali non portano dove vorremmo ma proprio come nella realtà è difficile capire come una scelta o una parola possa cambiare tutto.


Il confine tra videogioco e film interattivo è ormai sempre più labile e le polemiche di chi non sopporta i QTE ed i filmati viaggiano parallele con chi invece preferisce guardare qualche youtubers giocare invece che vivere davvero questa avventura.
Trovo che ciò sia fondamentalmente sbagliato perché il bello è proprio vivere queste storie come se fossero nostre prendendo a volte delle dei vicoli ciechi, qui viene in soccorso il nuovo gameplay ramificato ideato da David Cage per questa sua avventura così che il giocatore non sia completamente smarrito di fronte a così tante possibilità.


Vivere questa storia di ribellione non è semplice ed i tre punti di vista ci fanno capire cose diverse sino ad intrecciarsi per poi separarsi di nuovo, forse la storia di Kara è quella meno incisiva per gli eventi ma quella che ho trovato più drammatica e reale, così da poter scegliere con Markus il destino di un intero popolo.
Connor resta sicuramente la parte più attiva del gioco grazie ai suoi casi a metà strada tra Balde Runner e Almost Human facendo usare al giocatore un po di materia grigia per cercare di risolvere casi che non sono semplici omicidi.


Sono davvero soddisfatto della mia prima run, in cui sono riuscito a salvare tutti comportandomi da buono, e mi pento di non averci rimesso mani prima rammaricandomi per tutti coloro che invece non hanno vissuto questo gioco limitandosi a guardarlo.
Forse in futuro i film saranno interattivi e basterà guardarli, come l'episodio di Black Mirror, ma questo resta un videogioco in cui giocare è una parte fondamentale dell'esperienza ed adesso che si trova davvero a poco se amate i videogames dalla forte componente narrativa non potete esimervi da vivere Detroit!

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