Active Raid, quando Ghost in the Shell incontra Psycho Pass


E' sempre più difficile creare qualcosa di nuovo ma spesso si sottovaluta come un idea riciclata possa essere altrettanto funzionale così Active Raid, che era stato annunciato come l'erede di Code Geass perché anch'esso del regista Goro Taniguchi, riesce a ritagliarsi un posto nel mio cuore.
Contrariamente alle aspettative questa serie composta da due stagioni corte è molto più vicina a quanto visto in Ghost in the Shell Stand Alone Complex  e Psycho Pass andando a presentare una squadra di agenti di polizia di un ipotetico futuro in cui i criminali usano esoscheletri corazzati chiamati Willwear per commettere i loro crimini.


Per quanto il tono sia molto più leggero e scanzonato delle due serie precedentemente citate anche Active Raid mostra come la società giapponese del futuro sia sprofondata in un apatia fatta di social network, burograzia, e disinteresse dell'opinione pubblica sui crimini che la società perpetra in nome del progresso.
Questo infatti ci viene mostra più dai comprimari come i giornalisti ed i politici che ostacolano l'ottava unità che non dai protagonisti stessi che invece sono persone con un forte senso di giustizia.


Sin da subito si capisce che la stagione è un arco narrativo incentrato sulla LOGOS ed i loro piani per destabilizzare il governo con un mix di attentati terroristici e prese di posizione politiche dando a persone comuni i mezzi per compiere i loro crimini e vendicarsi così della società che non li ha accettati.


Non mancano gli episodi con forti citazioni e riflessioni su anime e robottoni del passato come quello incentrato sui robot giganti dismessi perché scomode reliquie di un passato ormai superato.
Sebbene l'impronta politica sia meno marcata nella prima stagione si notano sempre le critiche verso un sistema che inghiotte chi non vuole adattarsi e forse per questo trovo che dopo i primi episodi questa serie diventi incredibilmente coinvolgente.


I personaggi o meglio le persone che compongono la squadra avranno nel corso della serie diversi approfondimenti sia psicologici che relazionali e sebbene non si avvicini ai livelli di Psycho Pass anche questa squadra d'assalto è composta da elementi unici e stravaganti che alla fine entrano nel cuore dello spettatore.
Discorso un po diverso per i Willwear che per quanto ben caratterizzati non sono poi così incisivi, e non a caso Bandai ha prodotto solo i model kit dei due protagonisti che mi devono arrivare a breve, ma la CG che li anima è meno legnosa di alte serie rendendo gli scontri fluidi e galvanizzanti.


Solo nelle ultime puntate si capisce il piano della LOGOS e le sue sfaccettature psicologiche per mettere in ginocchio il Giappone e devo dire che certi colpi di scena proprio non me li aspettavo anche se essendo solo la prima parte non si tratta di un vero finale.
Active Raid è poco conosciuto anche se recente, la serie è del 2016, eppure vale molto di più di tanti altri anime di "successo" che non hanno spessore tolti i cliché che li rendono appetibili al grande pubblico.
Questa serie invece presenta un ottima narrativa e tematiche per quanto fantasiose hanno un fondamento di verità, almeno per la cultura giapponese, quindi se non lo avete ancora fatto dategli un occhiata perché merita soprattutto se amate i polizieschi sci-fi ben elaborati.

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