Il Gundam della domenica - Zaku Warrior Live Concert perché non c'è solo guerra nei Gunpla


Ebbene si sono un grande fan dei modelli Zakunoidi perché con le braccia asimmetriche, i tubi a vista, ed il monocchio sono una delle cose più fighe inventate dalle serie di Gundam e dopo il classico Universal Century che ce li ha proposti in mille mila versioni anche gli anime paralleli si sono attrezzati con le loro varianti tra cui quella di Gundam Seed Destiny che per onestà intellettuale si chiama appunto Zaku.
Dopo la prima serie incentrata su Gundam da entrambi i fronti da bravi spazionoidi i ragazzi di Zaft incominciano a costruire Zaku, Dom, Gouf e tutto quello che può far felice un vecchio appassionato giusto perché Sunrise stava cercando di rilanciare la serie ed effettivamente c'è riuscita.


Ciò si traduce naturalmente in una marea di model kit HG riversati sul mercato da Bandai con diverse versioni "repaint" tra cui il lodevole Zaku Warrior Live Concert Version di Lacus Clyne che per gli standard dell'epoca è un HG discreto.
Si tratta di pochi sprue ma ha diversi adesivi per i marchi e delle decal adesive per le scritte così da dare un effetto ottimo e renderlo diverso dal modello classico anche se il fatto che sia rosa lo rende già alquanto "diverso".



Anche il metodo di costruzione si differenzia dai soliti Zaku dell'UC e gli snodi delle spalle sono affidati a due perni che danno una mobilità maggiore degli incastri fissi di un HG dell'epoca.
Bisogna ricordare che è un kit del 2005 e la mobilità che conosciamo ed appreziamo adesso era sconosciuta ai Gunpla di allora.



Nonostante i pochi sprue ci sono diverse variazioni di colore dal rosa al magenta ed un po di nero così da essere molto fedele al mezzo visto nell'anime.


La testa di uno Zaku con il monocchio è sempre bella anche se rosa, di Zaku ne ho costruiti letteralmente a decine e sempre modelli diversi che cambiano in particolari a volte microscopici ed altre volte come l'ibrido Hi-Zack ma la testa è sempre simile perché vero marchio di fabbrica del modello anche in un universo parallelo.



Le plastiche chiare si tagliano bene e lasciano pochi segni che si vedono solo da vicino ma più che altro perché con le tronchesine da modellismo sono comunque un macellaio delle cesoie.





Se vogliamo notare una differenza immediata è quella che lo scudo è sulla spalla sinistra negli Zaku del Seed come in uno specchio nell'universo dello specchio e l'altro spallaccio ha solo un corno ma ricurvo.



I piedi sono easy da assemblare e tutto il modello a parte il gusto estetico discutibile del rosa è un model kit adatto a chiunque perché facile da realizzare e richiede poche rifiniture per rendere al meglio.




Come gli Zaku HG dell'Universal Century i tubi sono rigidi e vanno messi in ordine durante il montaggio, mi sono sempre piaciuti come dettaglio estetico perché hanno quel fascino meccanico che un Gundam con le linee snelle non riesce a dare.





Però gli Zaku Warrior  del Seed Destiny sono anche macchine avveniristiche e top gamma, non le prime create, questo si riflette in parte anche nel modellino che cerca soluzioni alternative per dare lo snodo al piede e per le parti mobili da incastrare nonostante i pochi pezzi nella confezione.


Insomma si va a creare con una decina di parti una gamba che da una discreta mobilità e dettagli notevoli che ricordano molto gli Zaku ad alta manovrabilità visti successivamente nella serie classica.



Il gonnellino non permette la divisione delle piastre ma resta discretamente tridimensionale e dettagliato, questo modello è essenzialmente un repaint di quello classico verde mentre il rosso di Lunamaria ha un equipaggiamento diverso per l'asso di Zaft ma ricordiamo che questo è robot da concerto quindi accontentiamoci.



Il tocco di classe finale resta però nelle parti laterali con le mine staccabili perché nonostante l'uso pacifista di questo mobile suit ha le stesse dotazioni di quello standard.



Così c'è il fucile e l'ascia, che in foto è venuta male ma la parte della lama colorata a mano dal vivo rende discretamente.
Mi piace molto l'evoluzione del design usato per questa rivisitazione all'epoca più moderna, si parla del 2004 per l'anime, e la Cosmic Era rappresentava un revival degli argomenti classici di Gundam ma modernizzati ed ampliati con l'ingegneria genetica ed il razzismo.



Comunque lo scudo è uno dei pezzi forte dello Zaku Warrior di Lacus Clyne che appunto vanta una decal con il suo nome mentre le punte diventano gialle grazie a degli adesivi che però non mi convincono molto.
Essendo dei coni si notano le pieghe e le giunture e magari in un futuro lontano ci rimetterò mano per colorarle con i marker ma il giallo, come il bianco, non rendono bene e sono poco coprenti.




Il modello è quindi pronto e nonostante il senso vintage che emana per coloro che si dedicano solo a pezzi tecnici ed articolati devo dire che mi sono divertito un sacco a costruirlo ed ammirare come si differenzia dal classico.
Un ultimo ritocco con le decal LOVE e quella con il cuore ed Haro sugli spallacci ed eccolo pronto ad essere esposto con tanto di fucile ripiegato sulla schiena.


Reperire nei negozi italiani o anche online i modelli del Seed è davvero complicato, e spesso dispendioso, perché nonostante in Giappone costino relativamente poco ed abbiano una grande diffusione sembra che agli europei non agradi averli in magazzino.
Per fortuna ho messo le mie avide mani su molti pezzi interessanti e con la giusta tempistica li mostrerò tutti e per adesso ecco questo piccolo gioiello alternativo, in tanti sensi, che guarda caso abbellisce la mia collezione di Zaku che modestamente è notevole.

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