Il Gundam della domenica - Julieta Reginlaze l'evoluzione gli IBO della seconda stagione


Nuovo appuntamento con i Gunpla e nuovo unboxing sui bellissimi, a mio avviso, HG IBO che fanno da model kit per la seconda serie di Gundam Iron-Blooded Orphans e costituiscono un evoluzione dei modelli precedenti.
Avevo già parlato del Barbatos Lupus Rex perché è così figo da scalciare le posizioni in classifica di montaggio ma ora tocca alla nuova truppa di Gjallarhorn essere assemblata con sommo piacere.


Come per molti altri IBO gli sprue sono pochi anzi sembrano quasi essenziali eppure costituiscono un inner frame praticamente completo su cui montare un armatura modulare che permette ai modellisti più esperti di sbizzarrirsi con le customizzazioni.


Una cosa particolare di questo set è che è tra i primi model kit della Bandai ad avere le istruzioni anche in inglese così da rendere l'assemblaggio più facile anche per gli stranieri che possono capire alcuni passaggi particolari.




Trattandosi di un evoluzione del Graze il corpo centrale e la forma restano molto simili ma per il resto è un restyling completo e molto accattivante a mio avviso.



Infatti sebbene si capisse con le esaustive immagini del foglio di montaggio avere le scritte che spiegano certi passaggi farà la gioia di molti amatori anche se questa serie è rivolta più ai professionisti che vogliono sbizzarrirsi che ai semplici fan di Gundam.



Le spalle hanno un assemblaggio simile al Graze ma le tonalità date dai pezzi bianchi fanno risaltare maggiormente le linee che poi diventano spigolose con il resto del rivestimento.



Infatti il torace presenta una forma molto più meccanica a mio avviso pur mantenendo un bel design da anime, i pezzi si tagliano facilmente senza lasciare troppi segni così che il modello finito resti molto pulito.


Una differenziazione particolare riguarda il pezzo ottico del mobile suit adesso molto più tamarro aggressivo e completo di adesivo per le lenti.



Una particolarità risiede nel fatto che parte del collo è rigido e va a coprire la parte del torace così da dare uno strano effetto visivo e dare l'impressione che il mobile suit di Julieta abbia il collo tarchiato.




Come sempre l'inner frame delle braccia è un piccolo capolavoro che gli IBO hanno portato al mondo dei Gunpla e l'unica nota negativa sono le mani che hanno il pezzo esterno tondo e lascia un po stranito.



Anche qui il dinamismo dei colori è performante ed assemblato al resto del corpo, con tanto di spallaccio mobile che fa da corazza, l'effetto visivo è notevole.




I piedi sono articolati in modo particolare e permettono diverse pose grazie agli snodi multipli e nonostante siano molto sottili reggono bene il modello anche grazie alla parte posteriore che volendo può abbassarsi per dare più tenuta al pezzo.




Anche le gambe sono un gioiello del modellismo moderno e se già da smontate si possono notare le differenze con il suo lontano cugino pian piano che si monta il rivestimento esterno diventano palesi.




Le articolazioni sono molto mobili ed il rivestimento bombato per dare l'impressione che sia un mobile suit spesso, con tanto di scudo laterale mobile, ma i copri ginocchia bianchi hanno quelle alette che a conti fatti impediscono una totale mobilità.



Il bacino adotta un innesto che permette al corpo di ruotare, anche completamente, e non presenta parti laterali dato che sono già attaccate alla gamba.


Ecco finito il modello base ma manca ancora il back pack modulare ma già così mi piace un sacco come rende esteticamente e si nota la somiglianza con il Graze ma ne è chiaramente un evoluzione e ribadisco che stilisticamente parlando Iron-Blooded Orphans è un caplavoro del mecha design.




Come dicevo il back pack è articolato ovvero ha due snodi che ne permettono la regolazione in altezza e si può ruotare il razzo così da metterlo in diverse pose essenzialmente come lo Schwalbe di McGillis anche se la componentistica è diversa.


Teoricamente andrebbero messi in posizione di riposo abbassati ma nelle pose è meglio alzarli per dare più dinamicità al pezzo.



Il fucile è facile da panellare ed è composto multistrato cosa che gli dona una notevole tridimensionalità.


Come altra arma il Reginlaze è provvisto di due punzoni che possono essere messi al fianco oppure impugnati in due modi diversi ed eventualmente messi in posa con il temibile laccetto di plastica per fare l'effetto arpione solo che manco pregando resta in sospensione.

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