Heidi in 3D


L'anno sta per finire ma le sorprese non mancano mai così mentre scaricavo con la Playstation 4 giga di cose belle di cui parlerò più avanti ho fatto una scoperta agghiacciante facendo zapping, esiste un nuovo anime di Heidi ed è tutto in CG 3D lollosa con le voci italiane irritanti.
In realtà questo è un cartoon dato che per quanto sia il remake modernizzato dell'opera creata da Isao Takahata e Hayao Miyazaki nel 1974 è una produzione completamente europea nata dalla collaborazione tra Francia, Australia, Germania, Belgio con la regia di Jerome Mouscadet.


Si tratta di 39 episodi da 26 minuti l'uno, a differenza dei 52 episodi prodotti dalla Zuiyo Eizo da cui nacque più tardi la Nippon Animation che ha realizzato molti dei tormentoni degli anni 80 come l'ape Maia, Mimi e le ragazze della pallavolo, Io sono Teppei, e soprattutto Conan il ragazzo del futuro.


La cosa che mi ha davvero inquietato è che tutti i personaggi hanno sempre quelle facce con le smorfie felici di chi si è appena fatto una canna ma per quello che ho visto la storia è pressoché la stessa.


Per chi non lo sapesse Heidi è un romanzo dell'autrice svizzera Johanna Spyril scritto nel 1880 considerato uno dei capolavori della letteratura per ragazzi e tradotto in tutto il mondo.
La serie è stata realizzata quest'anno e trasmessa prima sul canale francese TF1 e in seguito dal network tedesco ZDF sino ad arrivare a giugno su Rai YoYo, dove appunto l'ho vista in questi giorni, ed una cosa che ho subito notato è la nuova sigla italiana.




Devo dire che preferisco notevolmente quella classica, come anche del cartone, perché sarò vintage ma queste cose moderne proprio non mi trasmettono emozioni.
Il bello erano i disegni a mano, con i fondali di un Miyazaki agli albori, e rifare una serie già esistente è uno spreco di tempo secondo me.
Insomma questa nuova conoscenza non mi ha portato nulla di buono anzi mi fa rimpiangere sempre di più i vecchi tempi e spero non succeda ad altri pezzi della mia infanzia che magari ho amato maggiormente.

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