I sonni di Odino - Thor Fanfiction


Vista l'imminente uscita del nuovo film di Thor ed il  rinnovato interesse nei personaggi Marvel dopo la caduta con il telefilm dello SHIELD grazie a LEGO Marvel Super Heroes che vanta una splendida trasposizione in mattoncini di Asgard oggi voglio diffondere una storia su Odino e l'infanzia di giovani dei.
Si tratta di una fanfiction scritta da una mia amica che ha preso spunto dai personaggi del film e leggende nordiche per scrivere questo racconto breve.


I sonni di Odino

PadreFiore

Correva l’anno milleduecento, e Odino era il classico neo-genitore che coi bambini non ci sapeva fare.

Una vera fortuna che ci fossero le donne a occuparsi di biberon, pannolini e pianti. Per quanto a volte accadeva che, in una gara di lancio del pannolino sporco, Thor lo prendesse in pieno.

Frigga li definiva “incidenti di percorso”.

Il marito si limitava all’urlo di Odino, seguito da un inseguimento per tutta la reggia, fino a quando non acciuffava il marmocchio e il suo sedere diventava più rosso del mantello che tanto desiderava.

Ma la vera causa dei precoci capelli bianchi di Padretutto era il minore. Che a quei tempi appena sapeva camminare.


Un giorno le due piccole pesti giunsero, manina nella manina, quatti quatti ai piedi del genitore, che si abbassò alla loro altezza “Questo è per te, Padre” esclamò il corvino con la sua solita aria seria, porgendogli una corona di fiori “L’abbiamo fatta con tanto affetto”

Il Re di Asgard, detto l’impiccato, detto l’Assai sapiente, detto Colui che intuisce il vero, detto ancora L’Antico o l’Antico sacerdote, sarebbe dovuto andare in giro con dei fiori in testa? Che fine avrebbe fatto la sua dignità?

Quando però riportò lo sgardo sui figli si ritrovò ben due paia di occhi lucidi e pieni di lacrime (Thor era stato portato esclusivamente per questo) su di sé, evidentemente già in attesa di un rifiuto.

“E va bene” sospirò, indossando la corona “Ma questo avvenimento non uscirà dai questi giardini”

“Promesso, Padre!” gioirono i due fratelli, entusiasti.


Il mattino dopo Odino stava sorseggiando il suo bel idromele mattutino seduto al tavolo con  Frigga, quando la vide sussultare e chiudere l’Asgard Daily che stava sfogliando di botto.

“Che succede cara?” le domandò preoccupato “E’ accaduto qualcosa di grave senza che nessuno sia venuto ad avvisarmi?” domandò, strappandole il giornale dalle mani.

Lo aprì alla pagina dove era rimasta la moglie e, sotto al bel titolo scritto in rosso scarlatto e a caratteri cubitali “Ecco a voi PadreFiore”, si trovava un suo bel primopiano con la corona di fiori ben calcata in testa e tanto di sorrisino sdolcinato.


“LOOOOOOOOKIIIIIIIIIII”


Quel giorno Padretutto cadde per la prima volta nel sogno di Odino da quando i due bimbi erano nati, ed entrambi, innocentemente (forse neanche tanto), ogni volta che andavano a trovarlo lasciavano un bel fiorellino sul suo petto.


PadreCiccia

Frigga era stufa: di trovare pantaloni strappati, camicie allargate e, ancora peggio, di vedere Odino trattenere il fiato per poter entrare nell'armatura da parata.

Da quando Asgard si era ritirata, diversi secoli prima ormai, Odino aveva cominciato a perdere la capigliatura bionda, e di conseguenza si era detto vecchio e stanco. Questo avrebbe dovuto dargli l'autorizzazione a passare più tempo ai banchetti e in locanda piuttosto che sul trono.

Frigga temeva persino che presto non ci sarebbe entrato nemmeno più nel trono.

E il giovanissimo Thor stava prendendo le sue abitudini.

Per questo, come Regina, bandì ogni dolce dalla reggia, e scambiò la carne grassa e succulenta con deliziose e sane insalate.

"Lo faccio per il regno" rispose altezzosa di fronte all'occhio stupito e affranto di Odino "Mica perché al circolo del cucito prendono in giro Odino, che prima di entrare in una stanza viene annunciato non dal valletto, ma dalla sua pancia"


Padretutto era così, definitivamente, a dieta, e tutta la famiglia con lui, nonostante le proteste del primogenito.


La disperazione porta a compiere gesti avventati, e quello di Odino lo fu per certo: fare entrare un dolce nel Palazzo era come portare un sacchetto di erba in mezzo a un gruppo di cani addestrati ad annusare la droga.

Per questo Padretutti si ritrovò, dopo averlo strappato con voracità dalle mani di un ancella, che con i soldi che aveva guadagnato avrebbe potuto costruirsi un bel castello su Midgard e trasferircisi a vita, a mangiare un bignè dentro a uno sgabuzzino.

Peccato che la donna fosse stata pagata anche dal piccolo Loki perché lo avvisasse se fosse accaduta una cosa del genere, e proprio mentre Odino dava al primo, gustoso, morso, il principe cadetto spalancò la porta.

"Ma... Padre?!" esclamò con aria innocentemente stupita, bloccando a metà il povero Odino, che lo guardò con le lacrime agli occhi "Immaginate  mai Madre Frigga cosa direbbe se vi vedesse?"

"Cosa farebbe, piuttosto" singhiozzò Padretutto "Ascoltami Loki: nessuno deve venire a sapere di questa cosa, va bene? Nessuno"

"Ma Padre, così mi costringete a mentire" rispose con aria affranta il giovane.

"E’ solo una piccola, semplice, omissione"

"Una bugia rimane pur sempre una bugia" replicò deciso il corvino, ricevendo in risposta un sospiro di sconfitta.

"E se... Ti dessi qualcosa che desideri, figlio?" al giovane si illuminarono gli occhi.

"Perché no?!  Ricordate il laboratorio che vi chiesi tempo fa?"

"Certo Loki, e ti dissi di no perché non è un attività degna di un giovane principe" rispose con disappunto.

"Beh, lo voglio fornito delle migliori attrezzature e risorse. In più deve essere enorme!”

"E sia. Avrai il tuo laboratorio, ma tua madre non deve sapere nulla di questo.

"Promesso Padre. Quest'episodio rimarrà solo tra noi due"


Era sera alla reggia, ed era ormai tempo di adagiarsi, ed era quasi l'unico piacere rimasto, ora che i banchetti erano costituiti da insalate e succhi di frutta.

Odino, solo nella sua camera da letto, sarebbe stato raggiunto dalla moglie da lì a poco: già ne udiva i passi in corridoio.

Si diresse verso il suo armadio in cerca della vestaglia da notte, ma non appena aprì le ante fu letteralmente inondato da una valanga di dolci di ogni genere. Un vero paradiso, se Frigga non fosse stata ormai stata dietro alla porta.

Odino era finito.

Gli restava una sola alternativa per sopravvivere alla catastrofe


Questa volta i due giovani figli si premuravano di lasciare fra le mani del Padre, caduto nel sonno di Odino per chissà quale motivo, dolcetti e caramelle.

Un giorno, prima o poi, Loki avrebbe rivendicato lo scherzo, ma per quel momento si sarebbe limitato a godersi la faccia sofferente del Padre coi dolci sotto al naso e la Moglie appollaiata esattamente sopra la sua testa, in attesa del suo risveglio che, Loki immaginava, non sarebbe avvenuto che tra molto, moltissimo tempo.



CREDITS

Si ringrazia L_aura_grey per aver permesso la pubblicazione della sua fanfiction sul mio blog, storia che trovo molto valida ed interessante, e questa collaborazione continuerà nei mesi a venire con la pubblicazione di altre storie quindi restate sintonizzati.

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