Afterlife with Archie - apocalisse zombi a Riverdale


Archie e la sua combriccola di Riverdale non mi sono mai andati troppo a genio, preferivo Fonzie ed Happy Days come stile, e quindi non ho mai amato particolarmente il personaggio che ormai calca le scene del fumetto internazionale da lontano 1941.
Dopo ormai 75 anni di pubblicazioni il personaggio ed il suo mondo si sono rinnovati più volte senza però farsi influenzare troppo dalle mode del momento e riuscendo a mantenere un contesto fedele all'originale, ma sembra che da qualche anno questa magia si sia incrinata dando vita a spin off e serie eccessivamente modernizzate.
Ora Edizioni BD ha deciso di tradurre in italiano e pubblicare nelle librerie specializzate queste nuove serie che da settembre in poi giungeranno sugli scaffali dei negozi nostrani.


Quella che più mi ha colpito è certamente Afterlife with Archie, iniziata nel 2014 e tutt'ora in corso, che porta lo stile zombie di Romero nella pacifica cittadina americana.
I primi cinque capitoli scritti da Roberto Agiurre Sacasa pendono a piene mani dall'immaginario di Romero con un tocco di Raimi ed altri cliché del cinema horror d'annata.


Il risultato è davvero godibile nonostante il plot twist della serie, come era successo per la prima splendida miniserie di Marvel Zombie poi dilagata in pattume fumante, e questo è in parte dovuto anche ai disegni di Francesco Francavilla artista italiano il cui stile spazia tra diversi generi ed ha collaborato in decine di produzioni.


Lo stile cromatico scelto che tende al noir e presenta solo alcuni colori accesi per sottolineare l'effetto di contrasto mi piace molto ed ogni tavola dei primi capitoli contiene diverse citazioni dell'horror anni 80 da cui prende ispirazione.


Questo non vuol dire che la storia sia banale, anche se ancorata agli archetipi del genere, e ci sono un paio di scene davvero forti come Archie che uccide a bastonate suo padre zombificato mentre viene sopraffatto dai ricordi felici ad ogni colpo in un tripudio di colori.


Dal sesto capitolo, il secondo volume, la storia si incentra invece su Betty e prende una delirante piega in stile Lovecraftiano con lo stesso Lovecraft che fa da psicologo ad una Betty sull'orlo della follia a causa delle visioni delle classiche presenze ispirate alle opere dello scrittore di Providence.


Immancabile la presenza di Cthulhu e probabilmente prenderò questo secondo volume per la mia collezione di opere a fumetti su Lovecraft quando uscirà.
Questa divagazione fuori tema di Archie potrà fare storcere il naso ai lettori che hanno apprezzato l'opera originale, soprattutto per la sua cruda violenza, ma decisamente è ben scritta e disegnata con il giusto tono quindi tra i tanti volumi pseudo intellettuali che vedete in libreria non disdegnate questo fumetto che come qualità è decisamente superiore al comics americano standard.

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