One Piece Burning Blood e la battaglia di Marineford


Un nuovo gioco di One Piece è uscito ed ormai è difficile sorprendere il pubblico che anzi ne ha abbastanza di giochi che non riescono a catturare lo spirito dell'opera di Eiichiro Oda ma questa volta la palla balza nelle mani di Namco Bandai che punta su un picchiaduro classico.
Dopo i vari Pirate Warriors della Koei che con il terzo capitolo riescono a risultare finalmente interessanti ecco un cambio di direzione che può attirare nuovi fan.
Dopo aver provaro la demo non ero proprio convinto ma devo dire che il prodotto completo è decisamente superiore alle aspettative.


Incominciamo questa recensione con una delle cose più positive ovvero i ben 42 personaggi giocabili, molti dei quali sbloccabili completando lo story mode, che coprono da prima di Marineford a Dressrosa.


Inoltre sono presenti oltre 60 personaggi di supporto che danno potenziamenti in game ai lottatori anche se non entrano realmente in campo come gli striker di King of Fighters.
Questo potrebbe essere già un motivo valido per l'acquisto da parte dei fan sfegatati di One Piece che non amano lo stile musou e preferiscono gli scontri classici.


Veniamo quindi alle note dolenti, lo story mode è essenzialmente basato su Marineford e l'assalto di Rufy e Barbabianca per liberare Ace, con qualche missione extra, ma nulla di più.
Il brutto che oltre a Rufy le storie di Barbabianca, AKainu ed infine Ace sono grossomodo le stesse battaglie viste da punti diversi e vengono riciclati anche molti filmati.


Completare questi quattro capitoli non richiede che qualche ora e permette di sbloccare circa metà dei personaggi giocabili, risparmiando così moltissimi berry, e solo tre supporter che invece secondo me costano davvero troppo per la loro dubbia utilità.


Artisticamente parlando il lavoro di Spike Chunsoft è superbo, famosi per Danganronpa e J-Star Victory e Grand Kingdom un JRPG molto interessante che ho già prenotato visto che dovrebbe uscire tra poco, sono stati molto bravi a ricreare lo stile visivo del manga.


Mi piacciono anche molto le onomatopee durante gli scontri, rigorosamente in giapponese, che unite al sonoro con il doppiaggio originale da un ottimo effetto.
La grafica è superiore a quella dei precedenti giochi di One Piece ed i vecchi picchiaduro per PS2 devo ammettere che erano molto mediocri sia come gameplay che dal lato stilistico.



Una piacevole scoperta è stata che i personaggi subendo danni presentano lividi e gli si rovinano i vestiti creando così un effetto vissuto dalla battaglia che non mi dispiace.
Il gameplay risulta variegato ma i nomi dei colpi speciali a schermo tenendo L1 stona con la frenesia di gioco.
Certamente alcuni pg sono sgravati e monotasto, invece i poteri speciali con R1 sono una gran trovata soprattutto per i personaggi Rogia.


Arriva adesso l'altro cruccio di questo gioco ovvero le arene che sono poche, e nello story mode si vedono sempre le stesse di Marineford, che per quanto siano distruttibili non impressionano per niente.
Questo unito al fatto che praticamente tutti i personaggio della seconda parte del manga, due anni dopo, sono butta li a casa e molti anche da sbloccare rende il gioco usufruibile solo a chi ama davvero One Piece.


Quindi anche se ci sono stati tentativi di renderlo un gioco interessante dal punto di vista del gameplay e dei contenuti alla fine solo il combat system risulta appagante, e neanche tanto spesso visto lo squilibrio tra alcuni personaggi che unito ad una AI alquanto lacunosa rende certi scontri facilissimi ed altri improponibili per i livelli di danno subiti.


Questa è una grossa occasione mancata che deluderà in parte i fan, finalmente c'è un picchiaduro degno di questo nome ispirato ad One Piece ma come sempre le major si sono accontentate dell'apparenza e non della sostanza quindi la storia copre un singolo evento della lunghissima saga senza soddisfare gli appassionati buttando i personaggi nella mischia solo per fan service.
Tanto valeva che lo intitolavano One Piece Battle of Marineford perchè sembra incentrato solo su quell'evento tralasciando il prima ed il dopo senza mettere nemmeno uno straccio di arcade dedicato ad ogni personaggio tanto per motivare la sua presenza in questo contesto.


La longevità è strettamente legata a quanto si voglia ancora giocare con il titolo dopo aver finito il corto story mode, come per Street Fighter V, certo ci sono le taglie con i requisiti speciali e la modalità online che prevede anche una guerra tra fazioni ma si tratta sempre di fare le stesse cose.
Avrebbero potuto creare un gran gioco che coprisse tutta la splendida avventura di Rufy e della sua ciurma invece One Piece Burning Blood è un buon picchiaduro arcade che però fallisce nel suo intento di essere il gioco definitivo su One Piece.

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