Nyarlathotep, il fumetto


“Non riesco a ricordare il momento esatto in cui tutto è cominciato. Nel corso di un periodo di sommovimenti politici e sociali insorse la strana, opprimente e pervasiva sensazione di un abominevole pericolo fisico, un pericolo da cui nessun luogo era al riparo e che tutto minacciava. Ricordo le persone camminare pallide e preoccupate, mormorando avvertimenti e profezie che nessuno osava ripetere consapevolmente, e neppure confessare di avere udito.”

Milioni di appassionati conoscono a memoria la mitologia di Lovecraft, maestro indiscusso dell’orrore, da Cthulhu a Nyarlathotep, all’arabo pazzo Abdul Alhazred. Il dio Nyarlathotep appare per la prima volta racconto omonimo, scritto nel 1920. In questa storia, il dio viene descritto, a differenza degli altri dèi del pantheon lovecraftiano, come un uomo alto dalla carnagione scura, poliglotta, che ricorda un faraone dell’antico Egitto. Sotto queste sembianze, Nyarlathotep vaga sulla Terra per raccogliere legioni di seguaci, i quali finiscono col perdere pian piano il contatto con il mondo che li circonda. La sua missione, che lo distingue dagli altri Antichi, è di condurre l’umanità alla follia.


È bello vedere che i racconti di Lovecraft non hanno influenzato solo me, ed Alan Moore, ma sobo tutt'oggi presenti nell'immaginario collettivo facendo sorgere piccole perle editoriali come questa.
Nyarlathotep edito da Nicola Pesce Editore è un volume cartonato degno di essere venerato perché racchiude la visionaria follia dell'autore di Providence con gli splendidi disegni di Julien Noirel, .
L'adattamento dei testi ad opera di Rotomago è intrigante e tiene incollati alla lettura sino al suo epilogo.
Questo per me vuol dire fumetto, l'arte sequenziale di rapire il lettore con parole e disegni, e per questo ne consiglio caldamente la lettura soprattutto se avete amato i racconti.

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