Saint Seiya Soul of Gold dalla puntata 6 alla 10 colpi di scena come se nevicasse


Eccoci nuovamente a vedere le avventure dei cavalieri d'oro che sono morti per Atena e risorti per salvare Asgard visto che Odino si fa sempre i cazzi suoi e deve pensarci altra gente a salvare i suoi sudditi.
L'episodio sei si apre con il malvagio e sempre ben pettinato Andreas che condivide con i suoi fedeli guerrieri divini i fagioli magici della cattiveria di Barbie chiamati anche nuovi zaffiri di Odino, ebbene si ecco a cosa servivano gli esperimenti con le piante di Fenrir, ma non c'è tempo per oziare perché i cavalieri di Atena stanno per arrivare alle sette camere di Yggdrasil.


Prima però è il momento di un flashback per spiegare che fine ha fatto Aiolos che anche se morto stavolta è vivo ma non si fa vedere lo stesso.
Infatti lui è il primo ad essere arrivato ad Yggdrasil passando per la porta sul retro e stava per sconfiggere Andreas ancora prima che tutta questa serie incominciasse ma... fine flashback.


Ora capisco che questa serie ONA, Original Net Anime, è sostanzialmente un prodotto low budget e che d'estate la gente voglia andare al mare invece che lavorare ma questi episodi usciti ad agosto sono qualcosa di inguardabile.


Deve essere una cosa tipo giornata padri e figli in cui si mostra ai propri figlioletti di cinque anni cosa si fa per vivere ma questo non autorizzava i disegnatori a farli lavorare al loro posto.


Cioè, queste scene sono inguardabili, non vedevo cose così stilizzate dai tempi di... no cavolo non le vedevo solo perché non guardavo più cartoon brutti.
Tornando alla storia una volta riuniti i nostri prodi eroi decidono di separasi di nuovo per quella strana legge che vieta ai cavalieri in sovranumero di affrontare le sfide in tag.


Ecco dunque l'ennesima mimmata con le sette camere di Yggdrasil protette dai sette cavalieri divini che casualmente sono del numero giusto, capisco che le stelle dell'orsa maggiore come ci insegna Ken sono sette ma un po di fantasia in più non avrebbe guastato.








Queste sono le sette camere che hanno attinenza con i miti nordici ed almeno hanno un bel design anche se non mi spiego come possano trovarsi dentro un albero e come mai tutti sanno della loro esistenza se fino alla settimana prima l'albero divino non sorgeva ad Asgard ma ora sembra che tutti sanno tutto di tutti come in un condominio meridionale.





Casualmente come in ogni buon shonen che si rispetti ecco che tutti i cavalieri si ritrovano ad affrontare gli avversari visti in precedenza per la rivincita.


L'unico ad essere spaiato è Doko che si ritrova di fronte una figura incappucciata che è certamente Lyfia perché è una cosa così banale che genera una forza d'attrazione tale che non si può sfuggirle.


Rivediamo anche Deathmask che dopo la morte della tipa senza nome si è deciso a combattere per la figa giustizia e sbarbandosi ha perso circa vent'anni e gli si è appuntito il mento.


Flashback parte seconda e così capiamo che l'acconciatura da rockstar di Andreas è dovuta al fatto che Aiolos prima di cadere in un burrone lo ha ferito con una freccia dorata e quindi lui per ripicca si è fatto la frangetta con le meches.


Intanto nel sottoscala la sua collezione di lampadine fluo a forma di animali sta migliorando ed adesso ne ha due.


Il settimo episodio, quindi oltre metà serie, si apre con il piccolo Andreas che gioca a scacchi da solo come un bambino autistico con ben sette scacchiere ed alcune non hanno neanche i pezzi ma intanto lui è un bambino felice e se la ride.



Aldebaran è così annoiato dallo scontro che non si sposta nemmeno e ferma i pugni di Hercules con la faccia irridendolo.


Poi lo appende al muro mentre l'altro continua d implorarlo di usare la sua armatura divina per uno strano piacere masochistico di farsi menare selvaggiamente.


Doko si trova di fronte Utgardar che oltre ad un nome impronunciabile brandisce un arma degna di Sen e dimostra tutta sua maestria brandendola senza tagliarsi un braccio da solo.


Lo scontro/chiarimento tra Shura e Camus è alla pari ma alla fine prevale il cavaliere dell'acquario dopo essersi parlati e spiegato che non c'è nulla di personale solo devo ammazarti per qualcosa in cui credo.


Shura però ligio al suo dovere aveva mirato solo alla statua di odino da abbattere, ma poi perché dentro ogni camera c'è una statua diversa, e Surt ci resta un po male perché ha fallito il suo compito senza neanche scendere in campo delegando tutto ad un amico.


Intanto Aldebaran finalmente si rompe di sentir parlare Hercules dei suoi viaggi con Iolao e tutte quelle cose fatte con Xena e lo spazza via con un colpo solo.


La camera di Jaheim nasconde all'interno un segreto, un altra camera che invece di ghiaccio e fatta di fuoro, dove ho già sentito una cosa del genere ah si nella precedente saga di Asgard solo che al posto di Hyoga c'è Camus a beccarsi i pippotti educativi ed in più viene nuovamente cazziato da Surt per la morte della sorellina.


Dopo essersi rotto il cazzo, ma non prima di aver ucciso un amico per una promessa fatta quando aveva cinque anni, Camus si digievolve in una vestale e spazza via dalla faccia della Terra quel rompicoglioni piagnucoloso.


Nonostante tutto però Aldebaran non ha ancora abbattuto la statua e lo fa dopo essere caduto nel tranello di Hercules che si scusava con lui e lo teneva fermo mentre i rampicanti li avvolgevano dell'abbraccio dell'amore di madre natura.


Invece Camus in punto di morte riesce a chiarsi con il suo amico e muoiono stringendosi la mano in una scena che all'inferno fa impazzire d'invidia Andromeda.


L'ottavo episodio promette di essere pieno d'azione o almeno di uno scontro degno di nota tra due esseri quasi divini.
Balder che non ha idea dell'origine del suo nome, perché i giapponesi hanno le idee confuse sulla mitologia, e Shaka che è la reincarnazione di Budda e combatte per Atena perché il buddismo ha le idee confuse quasi quanto la chiesa cattolica su quale dio servire.


Balder inizialmente sembra in difficoltà ,a alla fine tutti i colpi di Shaka vengono vanificati e si prepara lo spiegone per spiegare la sua immortalità divina.


Piccolo cambio di scena ed ecco arrivare Deathmask a prendere a cazzotti Fenrir per vendicare la tipa che forse avrebbe potuto dargliela.


Il prode cavaliere siciliano porta il nemico nella sua terra dei morti giusto per farlo cagare sotto e se Deathmask non fosse un cazzone sarebbe uno dei cavalieri con i poteri più sbalorditivi, nonché legati al regno dei morti di Hades, ma resta un coglionazzo e lo capiremo tra poco.


Ritorniamo a Shaka e Balder che se la prendono comodo visto che non c’è un Atena qualsiasi che sta morendo da qualche parte, in realtà si ma il loro compito non è mica salvarla, possono fermarsi a parlare con calma e parte lo spiegone sulla triste infanzia di Balder.


Oltre a sembrare un Remì con il caschetto questo gracile bambino ha passato la sua infanzia a vedere morire tutti i suoi compaesani ed allora prega Odino senza aver capito che è proprio lui a mandare quel simpatico clima a -10 e tutte le sfighe possibili per vedere se sono degni del Valhalla.


Stranamente Odino non fa orecchie da mercante ed esaudisce il suo desiderio rendendo il giovane invincibile in battaglia oltre che pettinato con una scodella.


Il fatto che quel giovane che amava il prossimo adesso se la rida su una pila di cadaveri fa già capire come dietro al suo desiderio ci sia una fregatura e la sua presunta divinità sia da mettere in discussione.


Ciò non ci risparmia dei brutti disegni sproporzionati, in cui i dettagli delle armature cambiano in continuazione, e questo pessimo bellissimo attacco con le valchirie.
Insomma per essere uno scontro divino qui non fanno altro che darsi colpi senza farsi niente tirando in campo tutte le divinità che ci sono.


Dicevamo che Deathmask potrebbe essere figo in questa sua nuova versione ringalluzzita dalla figa e dalla parte di Atena ma basta poco per farlo crollare appena vede i bambini, fratelli di gruppo, della ragazza che non è riuscita a salvare e così il cattivone prende il sopravvento sfruttando proprio una delle tattiche del cavaliere del cancro.


Torniamo allo scontro tra falsi dei per assistere alla digievoluzione dell’armatura di Shaka ed al suo colpo più definitivo di quello che ti rende un ameba.


Anche Deathmask si digievolve nuovamente contro il cattivone, cioè quello più cattivo di lui perché gli ha tolto la figa, e la nuova versione del suo strati di spirito è particolarmente efficace


Ma la morte dell’avversario nel mondo dei morti non basta ad alleviare il dolore del cavaliere, che fra parentesi potrebbe salvare almeno i ragazzini ma non ci prova neanche, quindi seppelisce vivo Fenrir e lo lascia li a contorcersi per sempre


Intanto il mistero di  Balder è parzialmente svelato ed infatti non è stato Odino a renderlo immortale ma qualcun altro che adesso non ha più potere e quindi tutte le ferite subite nel tempo tornano una dopo l’altra ma Shaka come atto di compassione gli toglie tutti i sensi mentre quello fa la fine tipica dei nemici di Kenshiro.


Il nono episodio si apre con lo scontro tra Saga e Sigmund che per problemi narativi sembrano svolgersi uno dopo l’altro ma invece sarebbero tutti in contemporanea.
Ricordo che tra tutti i cavalieri divini è quello con l’armatura più decente e che ha una storia valida alle spalle per giustificare le sue azioni.


Le cose dette da Sigmund in preda alla rabbia per il suo avverso destino non sono poi sbagliate e se gli dei si facessero i cazzi loro completamente e non solo dopo aver creato qualche casino il mondo di Saint Seiya sarebbe un posto decisamente migliore.


Intanto Doko sconfigge Utgardar e non gli sembra neanche vero perché il colpo lo ha appena sfiorato e tolta la maschera il mistrerioso guerriero divino mostra anche lui i segni viola del potere di Barbie della resurrezione.


Aiolia e Frodi continuano a parlare ma nonostante tutti questi minuti persi inutilmente le puntate sono comunque più intense di quelle di Dragon Ball Super ed almeno succede qualcosa.


Infatti Sigmund viene già battuto da Saga che non ha neanche bisogno di usare tutta la sua forza, quant’è figo il mio segno, ma la sconfitta del cavaliere non vuol dire la fine dello scontro.


Questa puntata è principalmente incentrata sul cencetto di fratelli e cosa vuol dire compiere il proprio dovere pur sapendo che ciò ti porterà alla morte, infatti parte lo spiegone su chi e cosa facesse Sigmund mentre suo fratello Sigfried combatteva la prima ondata dei cavalieri di Atena.


Infatti fu lui il primo a ritrovare Hilda dopo che venne posseduta dall’anello dei nibelunghi e non non è stata una bella cosa, infatti finisce piallato contro il muro e poi messo agli arresti.


Il fatto che ad Asgard non abbiano sviluppato il vasellame è secondo me inversamente proporzionale alla bruttezza delle loro prigioni, infatti manco nell'Italia del buio medioevo c'erano fosse del genere dove lasciare morire i prigionieri.
Cavolo non hanno neanche finito di fare le pareti in muratura.


Senza una spiegazione convincente mentre Sigmund si dispera per il fato di suo fratello arriva però la sua armatura che si unisce a quella danneggiata creando una cosa dai colori così improponibili che pure al proprietario si arrossano gli occhi.


Ma in realtà per colpa degli zaffiri di odino tarocchi Sigmund è comandato a distanza da Andreas e va in berserk così da dover uccidere colui che ha di fronte, no davvero mai sentita una cosa del genere ma credo che sia una citazione voluta per fare rivivere a Saga quello che lui ha fatto ad Aiolia, ma dentro di se il guerriero dal cuore puro piange come una femminuccia rovinando il momento epico.


Allora finalmente Saga usa la sua armatura divina, sempre senza il minimo sforzo, e si trasforma in qualcosa di stranamente piacevole, nonostante quelle ali da angelo/demone in stile Sephiroth di Kingdom Hearts, e devasta il nemico senza però ucciderlo perché ne riconosce il valore cavalleresco.
O forse pensa che uno che continua a piangere e lamentarsi non è poi una grande minaccia.


Torniamo da Aiolia dove arriva Lyfia che si intromette nello scontro così assistiamo ad un altro grande flashback sulle peripezie del giovane Frodi che scopriamo essere una specie di stalliere mentre Lyfia altro non è che una cameriera ma ha trovato un aggancio nell’enturage di Hilda come ancella di piacere o qualcosa di simile.
Quindi nonostante siano cresciuti insieme alla Candy Candy adesso la differenza sociale del loro lavoro li divide e Frodi non può fare altro che guardarla da lontano mentre spala letame in uno scenario preso di forza da Sentieri.


Lyfia si è sacrificata per proteggere lo straniero, Frodi ha distrutto da solo lo zaffiro di odino e Utgardar è arrivato a rompere i coglioni.
Si apre così il decimo episodio della serie destinato a rivelare rivelazione irrilevanti e confondere la storia più del necessario.
Infatti Lyfia è così morta che si smaterializza proprio e ciò oltre a tutte le volte che parlava trasognata di cose mistiche dovrebbe fare insospettire lo spettatore che non si è ancora arreso e continua la visione di questa serie come me.



Ma non c’è tempo per parlare adesso, lo hanno fatto per tre puntate prima, quindi finalmente il cavaliere d’oro del leone arriva davanti a quello che prima era il medico di corte per picchiarlo selvaggiamente in nome di una dea e di una democrazia esportata degna degli USA.


Frodi intanto abbatte da solo l’ultima statua di odino in nome di odino e se già la cosa non ha molto senso il suo colpo devasta il nemico passandolo letteralmente da parte a parte.


Ma ecco la verità veritosa, è stato Andreas a condizionare Lyfia perché riportasse in vita i cavalieri d’oro per potersi riprendere le loro armature facendo tutto questo casino perché le dodici armature d’oro messe insieme hanno il potere del sole e quindi può fare crescere il suo albero forte e rigoglioso senza concimi puzzolenti.


Arrivano gli altri cavalieri d’oro e dopo aver visto che Andreas è posseduto da uno spirito incredibilmente potente incominciano a prendere botte ma Shaka svela l’arcano, lo ha capito combattendo contro Balder, il dio che governa Asgard non è Odino ma un falso che ne ha preso il posto mettendo le sue pedine per esaudire i suoi desideri floreali, si tratta infatti di Loki il dio dell’inganno!
Ecco diciamo che questo mi è piaciuto e trovo che Loki ci stia tremendamente bene come nemico dei cavalieri anche se la trama poteva essere strutturata meglio.


Quindi visto che nemmeno i sacri colpi di Shaka riescono sconfiggere la rinata divinità i tre cavalieri se ne fottono dei divieti di Atena ed usano l’Atena Exclamation con le armature divine, intanto sono già morti e che gliene fotte se vengono rimproverati da quella piccola cagacazzi che si fa sempre rapire.


Si chiude con una giga esplosione il decimo episodio di Saint Seiya Soul of Gold che chiude la parte centrale della saga e mette fine alla mimmata delle stanze di Yggdrasil.
Per adesso è tutto visto che già questo post è diventato lunghissimo ma devo dire che viste tutte di fila non sono neanche male queste puntate a parte i cali nei disegni e certi scontri farlocchi ma questo è inevitabile visto che la qualità generale di Saint Seiya non è mai stata il massimo.



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