The Last Unicorn, dal libro al film


Dopo ere di languido torpore, l'entità protettrice di un bosco senza tempo è spinta a porsi una domanda fondamentale: che fine hanno fatto tutti i suoi compagni? Nel tentativo di scoprire se sia davvero l'ultima della sua specie, emerge così in un mondo che è diventato tanto disilluso e privo di sogni da essere incapace di accorgersi del suo etereo passaggio portatore di grazia.


Benché la maggior parte di coloro che incontra la ritenga una semplice puledra bianca, inaspettatamente è proprio Schmendrick, un maldestro mago girovago, a vederla per ciò che è realmente. I due partono così per un lungo viaggio verso terre insidiose, dove sono custodite le risposte ai loro quesiti, ma dove si cela anche una terrificante creatura d'incubo che ha come unico obiettivo quello di trascinare nell'oblio l'ultimo unicorno esistente al mondo.


Questo libro scritto da Peter S. Beagle nel 1968 è uno dei pilastri del fantasy moderno ma purtroppo in pochi tra i giuvini d'oggi lo conoscono.
Si tratta di un racconto crudo ed amaro che per certi versi richiama le opere di Tolkien ma con toni più drammatici e quel gusto di decadenza visto poi in Game of Thrones.


Nel 1982 è stato prodotto un film d'animazione che è finito più e più volte nelle rete secondarie a Natale, così ho visto per la prima volta questo capolavoro, che tra l'altro in lingua originale è doppiato da voci celebri quali Mia Farrow, Alan Arkin, Tammy Grimes, Angela Lansbury, Jeff Bridges ed il compianto Christopher Lee nel ruolo di Re Haggard.
Al momento è difficile trovare il libro in giro ed è introvabile il cartone animato se non in altre lingue, trovo che sia un peccato perché si tratta di un opera magnifica e profonda da leggere sia da bambini che da adulti e non deve mancare nella collezione di un vero appassionato di fantasy.

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