Non è mai detto con le produzioni BBC ma l'inizio dell'undicesima stagione del Doctor Who, con l'apparizione ed evoluzione della versione femminile interpretata da Jodie Whittaker, è molto più che passabile oserei dire addirittura bella.
Dopo l'altalenante epilogo della gestione Moffat con Capaldi e lo special di cui mi sono anche dimenticato di fare una recensione il mio interesse per questo telefilm era calato drasticamente tant'è che sono già usciti due episodi e me li sono visti di fila.
Forse questa è stata la mia fortuna perché il primo per quanto intrigante non colpisce duro per farti venire voglia di attendere il prossimo episodio anche se lo showrunner Chris Chibnall, accreditato per sei episodi su IMDB, prova a mettere nel finale quel qualcosa che invoglia la visione ma ormai Netflix ci ha immunizzato con questi cliffanger continui.
La famigliola interrazziale infatti all'inizio non mi piaceva molto con quel suo atteggiamento buonista e non mi aspettavo che nonno Graham, interpretato da Bradley Walsh visto in un gozziliardo ti telefilm tra cui Law & Order, si aggiungesse alla cumpa così da fare da terzo incomodo tra Ryan e Yaz.
Il primo episodio cerca di essere più mystery e dark di altri inizi ma pone già le basi per la main quest della stagione ovvero gli Stenza.
Che diciamocelo gli Stenza non sono questo sforzo creativo per diverse ragioni tra cui la scena in cui si toglie l'elmo protettivo in cui ci mancava la scritta COPIATO DA PREDATOR luminescente e sebbene non sia lucertoloide ma con la fissa dei denti in faccia come trofei.
Come al solito, o meglio sempre più spesso per ovviare alla facile soluzione, il Dottoressa non li conosce sebbene abbia passato migliaia di anni ad esplorare lo spazio ed il tempo quindi non sa bene come sconfiggere questi predatori che usano la Terra come zona di caccia.
A fine episodio il carattere del Dottoressa si stabilizza e per molti versi mi ricorda più una versione buona di Eccleston che non un Tennant o Smith e certamente è anni luce da Capaldi, che mi piace un sacco come interpretazione ma che ha avuto la sfiga delle trame peggiori, adottando questo look dal old Doctor stravagante.
Il secondo episodio è incentrato sul recupero del TARDIS e vede nascere le dinamiche di gruppo e la fiducia in questa strana donna.
Diciamo che non è spoiler dato che è roba vecchia ma la morte della nonna in un mondo realistico avrebbe dovuto sfaldare all'istante il gruppo mentre qui è solo motivo di disagio tra nonno e nipote.
Yaz o meglio la Yasmine Khan interpretata da Mandip Gill, che ha fatto un sacco di cose che manco sapevo esistessero, devo ancora inquadrarla con quel suo atteggiamento da poliziotto di quartiere volenteroso ma forse questo ed il rapporto familiare è visto così in ottica inglese che per me è inconcepibile come non diano di matto trovandosi su un pianeta mortale senza via di fuga.
Infine Ryan non mi piace proprio, cioè sembr ail classico eroe borghese che però fa due e tre cose tipo correre sparando contro i robot cecchini inneggiando Call of Duty che non mi ci fa entrare in sintonia.
Così come non mi piace il nuovo interno del TARDIS tipo lavalamp con la strumentazione che sembra uscita da un ginecologo.
Tutto sommato però questi primi due episodi mi sono piaciuti ed hanno un ritmo diverso dall'ultima stagione che non guasta affatto.
Vedremo se questi Stenza saranno come lo spauracchio Klingon di Discovery che hanno fatto solo casino nella continuity ed incazzare la community, oppure hanno un grande disegno ed andranno a sostituire per un po i Dalek ed i Cybermen di cui ormai abbiamo la nausea.
Ormai in differita mi vedrò il terzo episodio e se fosse davvero bello chissà se non ricomincio la rubrica delle recensioni per ogni episodio, intanto gustate anche voi un biscotto e buona visione se non l'avete ancora guardato.
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