Dynasty Warriors 9 segna un nuovo inizio per i musou


Ci sono giochi che non aspetto per anni e poi quando stanno per uscire li bramo ardentemente, come il nuovo Hokuto ga Gotoku in arrivo a marzo, così infatti è successo anche per il nuovo Dynasty Warriors che dopo Dynasty Warriors 8 Empire mi aveva alquanto deluso.
L'apertura alla serie verso il GDR free roming è però un idea interessante che Koei non ha sviluppato al meglio ma che riesce a dare nuova linfa vitale alla saga riscattando gli errori del passato.
Infatti Dynasty Warriors 9 è una piccola perla in grado di attirare anche i detrattori dei musou aggiungendo nuove meccaniche basate sul crafting e l'esplorazione libera.


Dopo la rivoluzione data da Samurai Warriors 4 il genere musou si era sporcato con altri dando vita ad un buon gioco su L'Attacco dei Giganti ed un altro molto for fan di Berserk quindi tornare alle origini con il romanzo dei Tre Regni dato anche l'anniversario della serie.
Il punto di svolta è quindi epocale anche se la realtà oggettiva è che il brand stava morendo e solo "copiando" il gameplay apprezzato dai nuovi videogiocatori Dynasty Warriors poteva rinascere.
La svolta si vede anche dal fatto che il gioco è multilingua, scritto, con il ritorno dei testi in italiano, e parlato in giapponese, così da immergersi completamente in questa smisurata avventura.


Non solo il free roming per andare in giro nella cina del terzo secolo è qualcosa di immenso ed il sistema delle missioni concatenate alla The Witcher e le torri di guardia che strizzano l'occhio ad Assassin Creed, rendo il gioco appetibile alle masse ma anche molto complesso da digerire.
Infatti la storia divisa in tredici capitoli segue molto fedelmente il romanzo, basti pensare che per la battaglia dei Turbanti Gialli permette già l'esplorazione di tutta la mappa ed una miriade di subquest opzionali che allungano la trama principale facendola durare quasi quattro ore per quella che era una battaglia da venti minuti nei giochi precedenti.


Spesso si è costretti infatti a giocare le missioni secondarie per avanzare in quella principale, ed abbassarne la difficoltà, oltre che per farmare esperienza ed oggetti utili al crafting di armi e pozioni.
Quest'ultime sono un idea interessante per curarsi ed avere effetti aggiuntivi ma sono del tutto inutili se affronterete il gioco a livello basso in quanto la stupidità dei nemici non è stata curata ed è davvero arduo essere sconfitti.


Una cosa che mi è piaciuta molto è il ciclo giorno notte che da un senso di progressione temporale durante i viaggi e le battaglie campali, anche il meteo dinamico è una piacevole aggiunta, e per essere free roming la grafica è curata e degna degli altri capitoli.
La differenza stilistica nel passare da un picchiaduro ad un gioco di ruolo risiede a mio avviso nel creare un mondo vivo e pulsante ed in questo caso Omega Force e Koei hanno giocato bene le proprie carte.


Città e palazzi sono esteticamente diversi e l'unica cosa sottotono sono certe guarnigioni che sono davvero quattro pali messi in croce mentre i punti d'interesse costituiti da templi e vedute panoramiche davvero ispirate rendono il gioco interessante da vedere.
A stonare con questo mondo rigoglioso, e pieno di risorse naturali da raccogliere, c'è il sistema di viaggio veloce verso le missioni che con la semplice pressione del tasto quadrato sulla missioni selezionata ci farà giungere subito nelle vicinanze anche se non abbiamo scoperto il luogo che magari si trova dall'altra parte della regione bypassando tutte le cose in mezzo.


Peccato perché il cavallo funziona meglio che nei giochi precedenti, si può comprare nelle stalle ed evolve con l'utilizzo salendo di livello, e diciamocelo così è come barare perché si toglie l'essenza del viaggio e tanto valeva allora non avere una mappa globale.
Il bello appunto è trovare in giro la gente in difficoltà, spesso soldati che chiedono aiuto per combattere nemici imminenti, e molte di queste quest sono semi casuali ed infinite e per questo contrassegnate con un icona diversa da quelle a pergamena delle storie principali.


Forse non è un difetto, dato che la longevità ne trae grande beneficio, ma la fazione iniziale conta tantissimo dato che nella storia non si può cambiare personaggio ed appunto la longevità è altissima dato che dopo i primi capitoli introduttivi si incomincia appunto a combattere per i Tre Regni conquistando zone strategiche e rifugi da personalizzare sparsi per tutta la Cina come le case di GTA.
Infatti rifare quattro volte lo story mode, una per fazione e conseguente trofeo, sarà lunga ma i personaggi si sbloccano anche per le altre fazioni così che in modalità libera si possa presto scegliere chi si vuole per un altro tipo di avventura praticamente infinita.


Il combat system è stato completamente rivisto introducendo il colpo variabile con quadrato che appunto varia a seconda delle situazioni e degli attacchi speciali assegnati ai quattro tasti + R1 per spezzare la guardia nemica o lanciarlo in aria così da rendere molto strategici i duelli con i generali di alto livello grazie anche al lock ed alla parata.
Ciò svanisce naturalmente se si gioca a livello facile ma grazie anche alla grande personalizzazione delle armi, tra cui la possibilità di combattere con diverse tipologie cambiando così approccio alla battaglia,


Per accontentare tutti, e copiare i muovi generi amati dai giocatori, ci sono diverse attività tra cui la caccia con l'arco e la pesca solo che sono realizzate in magnera davvero superficiale a mio avviso dando proprio l'impressione di essere state inserite all'ultimo.
Sono elementi presi di forza ed adattati al modello musou con qualche spigolo non ben smussato e rovinano l'esperienza obbligando il giocatore ad usare elementi mal progettati per averne altri ben strutturati come i pasti con i bonus alla Final Fantasy XV e l'arredamento della casa per avere bonus con gli ufficiali in visita.


Questa recensione è scaturita dal cuore, da una persona che ama i musou e quindi mette e nudo pro e contro di un gioco che comunque ha il pregio di essersi rinnovato pur dovendo plagiare i titoli più blasonati del momento.
In sostanza Dynasty Warriors 9 è un grande passo avanti per questo brand e grazie alle scritte in italiano e meccaniche più moderne e conosciute dalla massa ma forse il vero difetto è che Koei non ha voluto abbandonare il genere musou per i giochi di ruolo ed in molti frangenti si sente.
Ciò però vuol dire che quest'opera sospesa tra due mondi può intrigare un po tutti e sicuramente rilancia i musou con un opera che farà davvero la gioia dei fan di vecchia data.

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