Olympus Eye-Trek FMD-20P quando il futuro diventa passato


Adesso si parla tanto della realtà virtuale e dato che attualmente è realtà davvero è incredibile che sia così scontata mentre prima era il futuro.
Tutte le cose diventano obsolete con il passare del tempo e la fantascienza di Gibson ci vedeva navigare nella rete tuffandoci in mondi virtuali da decenni eppure solo ultimamente il VR ha preso campo diventando uno dei regali del Natale 2017 ma non è la prima periferica virtuale che il mondo della console abbia mai visto.


Come per il 3D che esistenza nei videogiochi già dai tempi del NES 8 Bit decenni prima che le televisioni ed il cinema lo facessero sembrare un must, di cui possiamo e vogliamo fare a meno, anche la realtà virtuale era presente anni or sono solo che non se la cagava nessuno.
Proposto nel 2001 come accessorio per PS2 il visore Olympus Eye-Trek FMD-20P sembrava così futuristico che pochi mesi dopo la sua uscite nessuno se lo sarebbe ricordato eppure all'epoca faceva sbavare i nerd più di Pamela Andreson.


Il futuro era a portata di mano e prometteva di rendere la nostra mente tutt'uno con Playstation, DVD, televisione, PC e videoregistratore ma era così performante o l'ennesimo accessorio inutile?
Insomma se veniva venduto a circa 400 dollari, trasformando un paio di occhiali in uno schermo da 52 pollici con sonoro integrato, e veniva pubblicizzato anche dalla Namco come accessorio ottimale per il suo Ace Combat doveva essere valido, no?


Poi ricordo che la Namco pubblicizzava anche il negcon come una rivoluzione del gaming e sappiamo che fine abbia fatto, anzi no perché in pochi lo ricordano, ed infatti l'Olympus è finito nel dimenticatoio nonostante le sue promesse di immedesimazione con i giochi ed i film.
Ora si può trovare come accessorio vintage a circa cento carte ma non ne vale realmente la pena dato che fa solo sembrare lo schermo gigante, sgranando i vecchi capolavori della PS2, e fa venire un grande mal di testa.
Eppure adesso giocare in VR non ci sembra neanche così straordinario anzi un gioco in VR non è quasi mai all'altezza delle aspettative nonostante sia decine volte meglio di quello che giocavamo nel passato per questo non bisogna dimenticare come ci siamo arrivati.

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