Demi Eater Q e l'hype del tamtam


Il tamtam nell'internet è sempre forte e spesso porta a buoni consigli, nel mare della rete spesso si rischia di perdere qualcosa tra le mille informazioni che circolano, così sebbene a tratti sfumata avevo un idea di cosa fosse Demi Eater Q quando mi sono trovato il manga tra le mani ma leggerlo è tutt'altra cosa.
Infatti mi aspettavo qualcosa di molto diverso e come sempre le aspettative pompate in rete cozzano con la dura realtà.


Non che il fumetto ideato ed illustrato da Tatsuya Shihira, già visto in italia con la sua prima opera 13 Club un paio di anni fa, sia banale ma non è neanche eccezionale.
Lui personalmente è migliorato parecchi nel disegno nei sei anni di distacco tra un opera e l'altra ma a livello di storia sembra un polpettone tra Evangelion, i Kaiju, e Monster Hunter con la ragazzina stordita ed uber potente che fa da arma vivente che mette tenerezza.


Il protagonista maschile invece non riesco a sopportarlo e sarà per questo che il primo numero, di quattro, non mi ha esaltato.
Demi Eater Q resta comunque un bel manga ma poco incisivo per chi come me legge shonen, o seinen, da una vita e sembra più l'intro di un JRPG post apocalittico che un opera a fumetti.
Sarà stato il grande hype che mi ero calato da solo ma per quanto ci sia di peggio c'è anche di meglio ed ultimamente ho letto un sacco di manga che mi hanno saputo colpire con maggiore chiarezza e per quel che mi riguarda il mistero del Solaris e gli U7 non avranno seguito nella mia collezione.

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