Chi non ha vissuto gli anni magici dei videogiochi bidimensionali non può capire quanto i giochi del Neo Geo fossero smodati e facessero sbavare gli appassionati, soprattutto di picchiaduro, di tutto il mondo.
Ora su PS4 si possono giocare molti di questi capolavori grazie ai remake digitali ed in questa recensione andrò a parlare di due titoli provenienti da collection diverse riguardanti il mitico Fatal Fury.
Il primo titolo ripescato dal lontano 1991 fa parte della serie Arcade Archivies Neo Geo che ripropone le rom dei cabinati arcade nella loro forma più pura.
In questo caso il primo amatissimo Fatal Fury è disponibile anche nella sua versione originale giapponese Garou Densetsu e se un gioco con solo tre personaggi può sembrare minimalista per gli standard odierni vorrei ricordare che Street Fighter ne aveva solo uno.
Il gameplay è basilare nel senso che è proprio la base su cui si focalizzeranno tutte le produzioni successive della SNK e per gli standard di allora gli sprite erano smodati ed i fondali bellissimi, ancora adesso mi commuovo nel vederlo e giocarci è puro piacere.
I trofei sono solo sei e si fanno abbastanza facilmente portando a termine il gioco con punteggi elevati e caricandoli online quindi per i Trophies Hunter è una manna dalla qualità prezzo ben equilibrata.
Invece la collection che era uscita su PS2 riproposta nei classic #ps2ps4 intitolata Fatal Fury Battle Archivies 2 contiene Real Bout 1, Special e 2 ovvero gli ultimi tre capitoli della saga prima che venisse inglobata in The King of Fighters per poi venire rispolverata nel 1999 con Garou Mark of the Wolves e di nuovo abbandonato.
I trofei sono solo sei e si fanno abbastanza facilmente portando a termine il gioco con punteggi elevati e caricandoli online quindi per i Trophies Hunter è una manna dalla qualità prezzo ben equilibrata.
Invece la collection che era uscita su PS2 riproposta nei classic #ps2ps4 intitolata Fatal Fury Battle Archivies 2 contiene Real Bout 1, Special e 2 ovvero gli ultimi tre capitoli della saga prima che venisse inglobata in The King of Fighters per poi venire rispolverata nel 1999 con Garou Mark of the Wolves e di nuovo abbandonato.
Gli effetti delle mosse speciali e le abilità segrete erano devastanti per il gameplay e chi riusciva a padroneggiarli dominava le sale giochi, l'input dei comandi è rigidissimo e serve molta abilità per fare le combo, quindi questi tre capitoli rappresentano la rapida successione dal 1995 al 1998 della saga toccando con Real Bout 2 l'apice.
Nonostante il costo elevato il gioco presenta solo 13 trofei da fare nei tre giochi complessivi ed è un po un insulto non mettere il platino in questo piccolo capolavoro.
In neanche 2GB è racchiusa una perla che ogni amante dei picchiaduro deve possedere.
Nonostante il costo elevato il gioco presenta solo 13 trofei da fare nei tre giochi complessivi ed è un po un insulto non mettere il platino in questo piccolo capolavoro.
In neanche 2GB è racchiusa una perla che ogni amante dei picchiaduro deve possedere.
Con i suoi effetti di parallasse, lo zoom ed il campo lungo, gli oggetti distruttibili nel fondale i vari Fatal Fury Real Bout sono incredibili ancora oggi e meritano di essere rigiocati in questa versione su PS4.
La saga non è lunghissima ma avere in digitale l'inizio e la fine di questo pezzo di storia videoludica ha comunque il suo peso, non tanto in MB ma in ricordi, e non potevo evitare di avere questi capolavori per rivivere emozioni che Street Fighter V ed altri picchiaduro moderni non riescono minimamente a darmi.
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