Kamen Rider W quando due sono meglio di uno


I gusti sono gusti e posso capire che i tokusatsu non piacciano a tutti nonostante siano la versione live dei tipici shonen hanni 80-90 ma i gusti cambiano e si evolvono con la maturazione dell'individuo.
Questo bel preambolo pieno di paroloni filosofici è per dire che ultimamente ho riscoperto grazie agli Italian Sentai Subranger le vechie serie di Kamen Rider dell'era Heisei e le sto trovando molto più godibili delle loro controparti Super Sentai.


Infatti Kamen Rider W, andato in onda nel 2009 a dividersi la scena con Samurai Sentai Shinkenger, è una serie molto godibile a se stante e dai risvolti polizieschi intriganti.
Una delle particolarità della serie risiede nel suo tono investigativo in cui l'eroe mascherato è solo l'apice di un processo a metà strada tea Detective Conan e Death Note.
Come al solito le doppie puntate danno più respiro alla trama di quelle singole dei Super Sentai e quindi anche l'intreccio narrarivo riesce a coivolgere maggiormente lo spettatore sino alla soluzione del caso.


L'altra particolarità risiede nel fatto che la trasformazione in W è data dalla combinazione di due diverse Gaia Memory utilizzate in contemporanea da Shotaro e Philip per formare un unico essere con tanto di doppia coscienza.


Il ruolo del protagonista spetta a Shotaro Hidari, interpretato da Renn Kiriyama apparso anche nell'horror Ju-On The Final Curse, che cerca di darsi un tono hard boiled ma finisce per fare l'investigatore alla City Hunter dal cuore d'oro.


Invece Philip con il visto da bimbo sperduto di Masaki Suda, visto nel film di Assassination Classroom come Karuma ed in quelo di Shinpachi Shimura nel live action di Gintama in uscita durante l'estate, non ricorda il suo passato ed è in grado di leggere qualsiasi informazione attraverso la bibblioteca universale così da collegare gli indizi tramite parole chiave.


Philip ha la curiosa caratteristica di perdere conoscenza e quindi spesso finisce per fare la macchietta anche per la sua tendenza ad ossessionarsi con cose banali che per lui sono totalmente sconosciute.


Il trio appunto si chiude con Akiko Narumi, con il viso di Hikaru Yamamoto ed un corpo che è bene vedere.


Ma l'importante è la sua faccia sempre skazzata da donna di Osaka con la voce profonda e la pantofola pronta a colpire che mi ricorda davvero Kaori di City Hunter da cui credo gli autori abbiano tratto molta ispirazione.


I nemici sono i vari membri della famiglia Sonozaki a metà strada tra la yakuza ed una famiglia alla Beatiful dove fanno tutti finta di andare d'accordo e poi cercano di uccidersi a vicenda per il potere.


Il mio preferito è ovviamente Kirihiko che da venditore di memory e sottoposto cerca di scalare la gerarchia della famiglia ma fa una brutta fine, è il primo a trasformarsi nel dopant Nazca che è bello bellissimo e mi ricorda un po il Dunbine.


Gli effetti speciali sono di buona qualità, con un discreto uso di CG che all'epoca per una serie televisiva non era scontata come adesso, quindi se non l'avete ancora fatto rimediate subito e date un occhiata a questo fenomenale tokusatsu che unisce diversi generi per creare un opera degna di nota.
Per me è stata una vera rivelazione e come quei guru delle televendite voglio condividere la mia conoscenza con voi ma senza farmi pagare.

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