The Last Guardian - il lascito fuori tempo di Fumito Ueda


Non è mai facile mantenere le aspettative del pubblico soprattutto se si tratta di un gioco tanto atteso come The Last Guardian dopo il successo riscosso da Ico e Shadow of the Colossus quindi la mia primissima impressione è stata alquanto negativa.
Per fortuna non ho ceduto ai presagi nefasti e sono andato avanti in questa splendida avventura che però non riesce pienamente nel suo intento.


L'inizio infatti è molto lento ed a zoppicare non è solo il povero Trico, la creatura ferita ed in catene, ma tutto il comparto tecnico che dopo il decennio di slittamenti certamente non si presenta come un gioco progettato per Playstation 4, soprattutto la sua telecamera non sempre all'altezza della situazione.


Quello che più mi ha deluso inizialmente sono le movenze del protagonista che ricorda molto Ico visto che anche il gameplay si basa su un concetto simile, lui può esplorare l'ambiente circostante per trovare il modo di superare i puzzle ambientali per fare passare Trico, ma risultano infinitamente più legnose di quelle viste in Uncharted 4 che invece è un prodotto moderno e realizzato appositamente per PS4.


La prima parte della torre infatti è un susseguirsi di stanzoni ed enigmi per fare passare Trico e mi sono detto che se il gioco è tutto qui allora Ueda ha fallito il suo compito.
Invece superata la prima fase il gioco decolla e nonostante le magagne tecniche quello che The Last Guardian lascia al giocatore sono emozioni.


Il dualismo tra il protagonista e l'animale è la parte focale del gioco e grazie alle musiche d'atmosfera immerge il giocatore in un  mondo di edifici ciclopici ormai in rovina nel quale i due dovranno aiutarsi reciprocamente per trovare una via d'uscita.
Spesso ci si sente spaesati e come in Dark Souls ci sono solo pochi e vaghi indizi a guidare il giocatore verso la meta.


Le parti platform sono intriganti e per un giocatore di vecchia data come me sono stimolanti ma visti i comandi arcaici e la scarsa interazione con il fondale, ormai Assassin Creed ed Uncharted con anche il reboot di Tomb Raider hanno raggiunto vette che giochi come Ico si sognano, eppure nella loro semplicità funzionano.


La longevità forse è il punto debole di questo meraviglioso viaggio che certamente però resterà nei cuori di chi lo porterà a termine, sempre più spesso si scambia la qualità con la quantità ed ancora peggio un gioco bello con uno solo bello da vedere.
Eppure quello che il giocatore vede con The Last Guardian è il frutto del lavoro iniziato da Fumito Ueda nel 2001 con Ico e proprio la somiglianza con i vecchi progetti è il marchio di uno dei game designer più influenti di questa generazione.


Il lascito di Ueda però non è molto adatto ai giocatori moderni, che vogliono solo grafiche in 4K sparate a tanti frame che i loro occhi non possono neanche vedere per dei giochi di guerra online tutti uguali, ma visto il periodo l'uscita di questa piccola perla passa inosservata tra Final Fantasy XV ed altri titoli famosi.
Per questo non riesco a promuovere pienamente The Last Guardian ma certamente è uno di quei giochi che ogni vero videogiocatore dovrebbe provare per poter poi esprimere la propria opinione al riguardo.
La mia è che si tratta di un gran gioco uscito fuori tempo, su PS3 sarebbe stato molto più influente e su PS2 avrebbe completato una trilogia di giochi eccezionali, e quindi non riesce ad esprimere tutto il suo potenziale ma va assolutamente giocato.

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