Un tuffo nel passato con Assault Suit Leynos


Uscito nel 1990 sul SEGA GENESIS, da noi conosciuto come Mega Drive, con il titolo Target Earth lo splendido spratutto a scorrimento Assault Suit Leynos adesso ritorna in una nuova veste che rende orgogliosi gli amanti degli shut'em up vecchia scuola.
Qui si tratta di mostri giganti, robottoni personalizzabili, e tanta tanta azione roguelike che Dark Souls 3 se lo sogna.
Infatti il remake ad opera dei ragazzi di Dracue, pubblicati da Rising Star Games, sbarca finalmente in occidente con solo sette mesi di ritardo e devo dire che nonostante il periodo NO con i videogame l'ho preso al volo perché sono infoiatissimo con i robottoni e questo gioco ne è la quintessenza anni novanta.


In questa versione originale è contenuta anche una modalità classica che con la grafica di nuova generazione ripropone il livello di sfida dell'originale su Mega Drive rendendo il titolo alquanto ostico visto che alla prima morte è game over!
A differenza del remake di Darius e continue non salvano la situazione e bisogna ragionare oltre che sparare per uscire indenni da certe situazioni.


La storia essendo un plot anni 90 vede due fazioni in lotta nello spazio a bordo di mech, mobile suit, Assault Suit ma la cosa davvero interessante è come il proprio mezzo è personalizzabile con diversi equipaggiamenti sbloccabili nel corso dell'avventura così da renderlo adatto a diversi stili di gioco.


Il gameplay infatti non è lineare come sembra a prima vista e le missioni prevedono di proteggere un convoglio, sconfiggere nevi nemiche giganti, e combattere nello spazio con una libertà che per un gioco bidimensionale rappresenta lo stato dell'arte.
Infatti Assault Suit Leynos rappresenta una pietra miliare per questo genere ed ha generato un franchising che infatti è arrivato sino a noi dopo oltre venticinque anni cambiando publisher e passando sullo SNES, il Saturn e la PS2 cambiando nome in Cybernator e Assault Suit Valken per adattarsi ai diversi mercati internazionali ma rimanendo sempre un titolo profondo e sfaccettato.


Un altra cosa che arricchisce questa perla digitale, dal peso di 2.2GB su Playstation 4, è una corposa gallery con disegni del remake e sketch della versione originale e penso sempre di più che questo mech sia ispirato ad uno Zaku II che successivamente ha ispirato un Graze in Iron-Blooded Orphans e quindi il cerchio si chiude.
Gli anime hanno ispirato questo gioco ed adesso gli anime si ispirano ai giochi creando così titolo con un design che mi piace tantissimo e trasuda fantascienza nipponica da tutti i pixel.


Completare le otto missioni di questo gioco, che vanta ben 35 trofei tra cui il platino, è un impresa ardua che prevede pianificazione ed abilità in battaglia, soprattutto a switchare le armi al momento giusto per avere la potenza di fuoco e le munizioni necessarie per portare a termine la missione.
Non è un arcade come il gioco di Gundam per PS Vita e la morte sopraggiunge anche troppo facilmente, questo e la sua grafica retro ma per nulla povera anzi molto ispirata e curata lo hanno reso un must in Giappone ed anche io lo trovo magnifico ma sappiate che dovrete sudare sette camicie per padroneggiare questo incredibile capolavoro.

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