Il fenomeno Pokemon Go ha raggiunto cifre da record, gli incassi si stimano a botte di milioni al giorno nonostante sia free to play, ed adesso la rinnovata febbre dei Pokemon ha contagiato anche artisti italiani ed internazionali dando vita a cose che tutto sommato se fatte con il cuore sono ben riuscite.
Partiamo con la sigla ufficiale di Pokemon Go creata da Giorgio Vanni, che non a caso sarà ospite a Leolandia il 14 agosto durante l'evento Pokemon.
Per creare questa canzone Vanni ha riunito il vecchio team insieme a cui ha scritto le storiche sigle italiane dei cartoni animati che amiamo, quindi con l'aiuto di Alessandra Valeri Manera e Max Longhi ecco la sigla di Pokemon Go...
Il testo non mi dispiace, sicuramente è meglio della sigla di Lupin, ma diciamo che il video poteva essere fatto meglio e capisco sia un lavoro amatoriale ma ci manca che fosse ripreso con il cellulare.
Lo spirito con cui è stata fatta la cosa però è ammirevole, anche se un po commerciale, ed il secondo artista che mi ha colpito ha invece ricreato i personaggi del suo manga mentre giocano all'app di Niantic.
Si tratta di Kazuki Takahashi mangaka autori di Yu-Gi-Oh prima che diventasse un fenomeno dio massa per pubblicizzare il gioco di carte della Konami.
Rivedere Yugi e Seto che a distanza di vent'anni, come passa il tempo, giocare con gli smartphone fa uno strano effetto perché all'epoca della loro creazione i cellulari erano agli albori e si cercava ancora di renderli più piccoli invece che più grandi.
I cattivi rendono un po meno ma l'autore ha omaggiato così Pokemon Go ma non è ben chiaro se anche lui è caduto nel pozzo di questo gioco, che io ho evitato accuratamente dedicandomi ai miei gunpla, ma è lo stesso lodevole.
Insomma l'app dedicata i Pokemon ha portato tanti soldi a Nintendo, fama e critiche a Niantic, ed adesso sta ispirando gli artisti a ricreare le loro opere adattandosi a quello che ormai è un luogo comune e tra poco temo che anche in film e telefilm vedremo gli attori alle prese con questo gioco così da rendere le produzioni più inerenti alla realtà.
Non sono sicuro che sia un bene ma è quello che succede nel mondo moderno e tecnologico che si adatta più velocemente di me ai cambiamenti ed alle mode, passeggere e non, ma è impossibile evitare di cambiare.
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