Ora che Lucca Comics & Games 2015 è finita tutto quello
che era in fiera arriva nei negozi e giusto ieri ho potuto assistere all’arrivo
di un miscuglio incredibile di generi ed autori ma con un certo livello di
stile che non mi aspettavo.
Non sto parlando del nuovo numero di Naruto, manga che ha lo
scontro finale più lungo e palloso di tutti i tempi, ne del divertente
Assassination Classroom o dell’altalenante The Walking Dead di Kirkman ma di
fumetti che il grande pubblico ignora e che invece dovrebbe leggere.
Iniziamo d quello da cui sono rimasto più soddisfatto ovvero
il Neonomicon di Alan Moore che trae
ispirazione dai racconti di HP Lovecraft per creare storia da incubo con gli
ottimi disegno di Jacen Burrows.
Questa ristampa edita da Panini nella sua linea 100% HD
risulta di ottima fattura, pagine patinare con copertina cartonata e
rilegatura, quindi vale tutti i suoi 17 euro ed è una lettura consigliata a
tutti gli amanti dell’horror e di Cthulhu.
Restando in tema horror Life
Zero è un opera che promette davvero bene grazie agli splendidi disegni di
Marco Checchetto, ritornato a lavorare a progetti italiani dopo anni alla Marvel, ed una storia dalle grandi potenzialità scritta da Stefano Vietti che ricordiamo con affetto per hammer ed il recente Dragonero.
Questo primo numero mi è piaciuto molto e trovo che sia un
ottimo esponente del fumetto italiano di qualità e che dimostra come noi possiamo creare horror fantascientifici degni di un blockbuster hollywoodiano.
DK invece è il ritorno alle origini di Diabolik ma in stile poliziesco americano e non noir francese come siamo abituati quindi quello che ho letto è un numero atipico e che va ad affiancare la serie regolare.
Per prima cosa il formato grande come un fumetto
americano e come quello è spillato con una cinquantina di pagine cambiando drasticamente dal formato
a cui siamo abituati da ormai cinquant'anni.
La storia scritta da Tito Faraci, da Topolino a Martin Mystere sino a a Dylan Dog e Zagor, non è male ma non sono sicuro che sia meglio
dell’originale, e solo perché ne faccio distinzione vuol dire appunto che non
mi ha convinto, ma per molti può essere un modo per avvicinarsi al personaggio.
Quello che non mi è piaciuto molto sono i disegni che
perdono l’armoniosità delle linee tonde per prender quelle squadrate disegnate
da Giuseppe Palumbo ed anche se a colori non mi ha entusiasmato come tratto.
Manara invece ha un tratto unico ed inconfondibile che ci ha
fatto letteralmente sognare splendide ragazze e paesaggi incantevoli e questo
suo Fellini non tradisce le
aspettative ma dopo averlo letto ho un sapore strano in bocca, come un
retrogusto amaro ma non spiacevole, che mi ha fatto apprezzare la storia ma
soprattutto i personaggi femminili sono troppo sopra le righe e preferisco pensare al grande regista in maniera più poetica e meno sfrontata.
Seraph of the End è il manga di Takaya Kagami da cui è stata tratta la serie animata della Wit Studio che sta riscuotendo un discreto successo in rete ma come sempre trovo che i fumetti siano migliori degli anime che ne vengono tratti ed effettivamente è l’unico fumetto giapponese che mi ha colpito di questa ondata post Lucca.
Insomma dopo Lucca si trova davvero tanta roba da leggere e mi sono divertito parecchio quindi ve li consiglio.
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