Altra domenica altro episodio della nuova stagione del Doctor Who da guardare e recensire, ormai tralascio Dragon Ball Super perché anche il tredicesimo episodio si è rivelato una noia mortale e comincerò a recensirne un paio insieme per dare mordente alle vicende, quindi cosa succede in Under the Lake?
Principlamente si torna ad una classica storia mystery con tinte horror, un po plagiata da Abyss, che vede il Dottore e quell'impicciona di Clara arrivare in una base scientifica nel 2119 in un lago scozzese.
I ricercatori, anche se fanno parte di un consorzio petrolifero che deve estrarre greggio da questa zona sommersa che prima era una base militare, hanno rinvenuto sul fondo del lago un oggetto che sembra una navicella aliena e la stanno esaminando.
Tempo zero e succede un incidente ed il capitano Moran muore incenerito dai motori della nave per poi ritrovarsi come minaccioso fantasma dinnanzi ai compagni.
Il Dottore e Clara arrivano sulla base casualmente, cioè dopo l'episodio precedente è come se nulla fosse successo ed a caso sono arrivati lì per un guasto del TARDIS, e come sempre trovo che ormai Clara abbia fatto il suo tempo e sembri sempre di più fuori luogo nelle nuove avventure del Dottore.
Giusto il tempo di dare un occhiata in giro per capire che la struttura è stata abbandonata per qualche ragione da poco tempo ed due vengono a contatto con i fantasmi che prima li guidano verso la nave aliena e poi cercano di ucciderli quando hanno guardato al suo interno.
Durante la fuga dai fantasmi che possono interagire con oggetti metallici come asce e fiocine casualmente disseminate per la base il Dottore trova i sopravvissuti rinchiusi in una gabbia di Faraday.
Tra di i superstiti c'è Richard Pritchard il simpaticissimo dirigente della Vector Petroleum che fa sembrare dolce ed umano il dirigente della Wayland di Alien 2.
Infatti i fantasmi, che inizialmente il Dottore non vuole riconoscere come tali, si muovono solo durante la notte e quindi il sistema di mantenimento vitale settato su giorno li tiene alla larga ma per poco perché dopo Pritchard fa una brutta fine nella camera di decompressione e diventa il terzo fantasma.
Tra l'altro questa scena in cui i "mostri" sono sistemati sui diversi piani della stanza mi da un idea di film horror di serie B anni 60 e più che paura fanno tristezza.
Naturalmente il Dottore riesce non senza qualche inconveniente a catturarli nella gabbia di Faraday e con i suoi occhiali sonici, si sono davvero l'upgrade del bellissimo cacciavite sonico, li scansiona cercando di capire cosa vogliano.
Grazie a Cass che usa il linguaggio dei segni si capisce dal labiale che ripetono ossessivamente quattro parole, l'oscurita la spada l'abbandonato il tempio, così il Dottore capisce che ciò funziona come segnale per qualcuno e che è stato installato nel subconscio grazie ai segni sulla parete dell'astronave.
Anche qui c'è poco tempo e scoperto un mistero se ne trovano altri, se nella capsula di stasi non si trova il pilota e questo messaggio è un segnale per qualcuno l'unico modo per trovare la verità è scoprire come è iniziato tutto ciò.
Purtroppo mentre il gruppo cerca di arrivare al TARDIS per tornare all'atterraggio della navetta vengono divisi dall'allagamento della base.
Clara ha piena fiducia che il Dottore riuscirà a scoprire cosa è accaduto realmente nel passato ma quando guarda fuori dall'oblo vede che c'è un nuovo fantasma e si tratta proprio del Dottore, fine prima parte.
Devo dire che la trama scritta da Toby Whithouse, che ha sceneggiato anche l'episodio Vampiri a Venezia ed uno di Torchwood, è valida ma ormai sa di già visto per fortuna la regia di Daniel O'Hara riesce comunque a rendere l'episodio scorrevole ed interessante.
Voglio infatti scoprire la soluzione del mistero e devo ammettere che sono questi gli episodi del Doctor Who che preferisco e non quelli con gli arcicattivi perché il bello della serie risiede proprio nella scoperta dell'ignoto ma la serie sta avendo troppi alti e bassi, ed il fatto che si sa già che il finale di stagione è una doppia puntata di Moffat non promette nulla di buono.
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