Ci sono manga e manga, e molti non sono neanche minimamente per ragazzini, e queslli che ho letto ultimamente sono stati alquanto pesanti e duri da digerire ma molto soddisfacenti o quasi.
Partiamo da un trittico di manga cattivi realizzati praticamente dallo stesso autore ovvero Masasumi Kakizaki, conosciuto precedentemente dalle nostre parti per aver disegnato Gene X un fumetto action fantascientifico alquanto mediocre, ma la sua carriera è continuata evolvendosi e sembra che Panini abbia deciso di puntarci molto.
Il primo manga proposto è stato Green Blood che vede tornare in auge il vecchio west e lo stile di disegno di Kakizaki è migliorato parecchio e si vede in ogni tavola.
La fine della guerra civile segna l'inizio della rivoluzione industriale negli Stati Uniti, e gli immigrati provenienti da tutto il mondo vi si recano per realizzare il loro sogno americano. Ma quello che attende la maggioranza di essi è la povertà, la discriminazione e la disperazione.
Manhattan è piena di immigrati, e il sesto distretto, Five Points, è considerato al momento la peggior baraccopoli del mondo, dove i mafiosi controllano l'intera area, polizia compresa: qui detta legga la criminalità organizzata.
Ma anche Five Points, dove sembrano esserci solo rapine, prostituzione e omicidio, mostra alcuni segni di speranza.
Luke Burns è un ragazzo onesto e retto, che si rende conto di come sia proprio la criminalità ad ostacolare la realizzazione del sogno americano. Ma Luke non sa che proprio suo fratello maggiore, Brad Burns, è un assassino che fa parte della più grande banda di Five Points, i Grave Diggers. Brad è conosciuto come il Grim Reaper e la sua fama di killer abile e spietato lo precede ovunque. come il Grim Reaper e la sua fama di killer abile e spietato lo precede ovunque.
Questa infatti è la sua serie più recente, uscita nel 2011, e completa in cinque volumi che Panini ha deciso di stampare sia in versione normale che deluxe con la sovracopertina.
Devo dire che non mi è dispiaciuto anche se non ha lo stesso fascino dei vecchi spaghetti western ci si avvicina molto e con il tratto realistico e dettagliato questo primo numero mi ha soddisfatto parecchio ed attendo i prossimi per vedere come si evolverà la storia.
Rainbow invece è una serie molto più lunga, la più longeva della carriera dell'autore, che si è conclusa con il ventiduesimo volume ed ha vinto il premio Shogakukan Manga Award nel 2006.
Le tematiche sono molto forti e non adatte a tutti, ma voglio appunto ricordare che i manga non sono per bambini ma per chi ama il fumetto come forma d'intrattenimento e cerca qualcosa di più oltre agli occhioni.
La storia di sei minorenni, Joe, Mario, Suppon, Baremoto, Heitai e Kyabetsu, che si ritrovano in riformatorio accusati di aver commesso reati come la truffa, il furto e la violenza aggravata. Il manga narra di come qui saranno costretti a subire violenze ed angherie di ogni tipo, sottostando al giogo di un medico pedofilo e del personale dispotico e brutale; e delle difficoltà nel reinserimento in società.
Una storia che narra le vicissitudini di un gruppo di ragazzi uniti da un legame straordinario.
Questo primo volume è un pugno nello stomaco e la storia è stata scritta da George Abe che ha creato un gruppo di ragazzi molto variegato per rispondere alle esigenze del pubblico e difficilmente questo manga verrà apprezzato da chi vuole solo botte da orbi e niente trama visto che il punto focale della vicenda è la crescita psicologica dei personaggi.
Purtroppo mi è difficile pensare che possa esistere un carcere duro come questo per i minorenni ma probabilmente in america è anche peggio anche se la crudeltà asiatica denunciata in svariati film sulle carceri mi fa pensare che non ci vorrei proprio finire.
La serie è davvero lunga e spero che non abbia degli alti e bassi ma questo primo volume fa ben sperare se si ha lo stomaco abbastanza forte da digerirlo.
Hideout invece è un volume unico dalle tematiche horror condito con una dose di cattiveria unica, Kakizaki ha dimostrato di saper gestire anche racconti brevi e cambiare genere con disinvoltura cosa che ammiro molto in autore giapponese perché fossilizzarsi su certe tematiche porta solo all'estinzione.
E 'una notte molto buia. Sotto una pioggia battente Kirishima Seiichi è determinato a portare a compimento il suo intento: questa sera, ucciderà sua moglie.
Solo un anno rima era un uomo felice, uno scrittore di successo, un marito contento e padre di un bambino... tutto sembrava andare per il meglio. Ma era scritto che tale felicità dovesse avere termine. Il giorno in cui il suo editor pone fine alla loro collaborazione, il buio inizia a filtrare nella sua vita più veloce di un proiettile. Inizia così una discesa terrificante negli inferi in quello che, pagina dopo pagina, sembra essere il suo ultimo romanzo.
Per adesso i manga di Kakizaki sono finiti ed a dire il vero ne mancherebbe solo uno, Kansen Rettou volume unico dalle atmosfere horror, che manca all'appello nel catalogo Panini ma chissà che tra poso non faccia la sua comparsa.
Passiamo quindi alla Jpop che propone un fumetto dalle tematiche adulte e controverse.
La sezione anticrimine informatica di Tokyo è in difficoltà. Un uomo che indossa come maschera la pagine di un giornale, carica on-line dei video prevedendo abbietti crimini: stupri, aggressioni, incendi... profezie che il giorno dopo vengono confermate dai telegiornali.
Chi è costui? Come riesce a fare le sue predizioni? Quali sono le sue motivazioni, le sue ambizioni?
E' l'inizio di una corsa contro il tempo per gli ispettori, mentre nel frattempo il sostegno popolare cresce attorno a questa misteriosa figura. I vessati dalla società che frequentano chat e forum di discussione, si ritrovano sempre più inclusi nella sua lotta.
L'idea è intrigante ed i disegni di Tetsuya Tsutsui non sono male però mi ricorda troppo 20th Century Boys non tanto per la trama ma per l'impostazione generale e sembra la versione alternativa dell'Amico.
La serie è di soli tre volumi quindi la trama non può evolversi più di tanto ma sembra valida, diciamo che per il catalogo Jpop è un grande passo avanti si distingue dalla massa di shonen mediocri che pubblicano.
Chiudiamo il post con la fine del manga di Asura Wrath che purtroppo delude con un finale molto diverso da quello che ho amato nel videogioco rendendolo troppo sbrigativo e poco epico a confronto.
Certamente non è malvagio ma preferisco l'originale e non capisco perché non riescano mai fa fare delle trasposizioni fedeli dai giochi di successo.
Insomma su cinque manga che ho letto ultimamente, tre sono dello stesso autore e sono quelli che più mi hanno colpito, devo dire che le trame più serie e sofisticate innalzano il livello generale che a parte pochi autori sta degenerando in shonen clone di Naruto e shojo love love senza senso quindi provateli.
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