Ormai i fumetti che leggo sono sempre meno, sia per lo scarso tempo a disposizione che per qualità altalenante delle pubblicazioni italiane, ma ogni tanto esce qualche piccola perla in grado di farmi tornare la voglia di leggere.
In questo caso si tratta di Happy il nuovo volume scritto da Grant Morrison, uscito verso la fine del 2012 come miniserie di quattro numeri ed adesso raccolta in un unico numero da Bao Publishing per l'edizione italiana, primo perché le opere di Morrison mi sono sempre piaciute e secondo perché si tratta di una bella storia.
Happy narra le vicende di Nick Sax un poliziotto che dopo essere stato cacciato dalla polizia a causa dei suoi comportamenti si reinventa come killer e mercenario.
Dopo essere rimasto ferito in una sparatoria inizia a vedere un simpatico cavallino blu, di nome Happy, che non cede alle avversità, non importa quali ostacoli spiacevoli ci siano nel mondo e lo guida in un dedalo infernale sino alla sua padrona, una ragazzina rapita da banda criminale che non può fare altro che sperare che il suo amico immaginario riesca a trovare aiuto.
Il fumetto è disegnato in maniera molto cruda, non solo per le scene di ultraviolenza ma soprattutto per le espressioni dei personaggi che riescono ad essere davvero terrificanti e grotteschi, la storia comunque è tutt'altro che banale e riesce ad avere degli spunti notevoli per delle riflessioni sul degrado della vita moderna e sull'animo corrotto degli uomini.
Happy resta una figura positiva che cerca di aiutare Nick a non perdersi d'animo e ritrovare la ragazzina, che è sua figlia, sino al tragico epilogo.
Infatti Happy nonostante il titolo resta un fumetto noir graffiante che non può finire bene ma il lettore, ovvero me, non vuole il lieto fine perché sin da subito si capisce che in questo mondo corrotto non c'è salvezza.
I disegni di Darick Robertson li avevo già apprezzati in Transmetropolitan, a cui prima o poi dovrò dedicare un post per omaggiare il grande Spider Jerusalmen, e li trovo ottimi soprattutto mi piace la contrapposizione dei disegni splatter con il personaggio disneyano di Happy e comunque il tratto è davvero curato e pieno di dettagli.
Tra questo e Killer is dead, di cui parlerò più avanti, la mia sete di sangue ed ultraviolenza è stata giustamente appagata ma la cosa che mi piace è che rimane quel retrogusto acre di una storia che mi ha toccato dentro con personaggi indimenticabili e tanto stile.
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