Partendo dal presupposto che Hiroyuki Takei mi è sempre piaciuto come autore sin dai tempi di Shaman King, nonostante il pessimo finale, ed anche Ultimo nella sua trashaggine Stan Leeniana è leggibile e questo Jumbor Safety Edition risulta un titolo interessante.
Siamo nel 3002. La terra è stata completamente devastata da grandi calamità e la civiltà come la conoscevamo non esiste più. In un’epoca così precaria, però, c’è spazio per nuovi eroi: un gruppo di meccanici, ingegnieri e tecnici, capeggiati dall’abile e caparbio Baru, con l’importante compito di condurre il mondo verso una nuova era. Ma il ruolo di Baru fa gola a molti, e il nostro viene così ucciso senza pietà da un potente nemico. Per fortuna, cinque anni dopo, grazie a un’evoluta tecnica di clonazione, “risorge” ma… con l’aspetto di un bambino!
In pratica è una versione fantascientifica di Shaman King ed anche il design dei personaggi è simile con ragazzini verticalmente svantaggiati che invece di parlare con gli spiriti hanno potenti mech.
Forse chi non ama Takei potrebbe anche farne meno ma tra tutti gli shojo che fioccano tra le novità un bel shonen vecchio stile lo trovo un ottima scelta.
Questo manga non è il classico shojo per ragazzine innamorate anzi è fruibile anche da molti ragazzi ed a grandi linee potrebbe essere paragonato a Maison Ikkoku anche per le tematiche adulte.
Sotto un sole cocente Tetsuo, studente al quarto anno di un’università d’arte, sta dipingendo su tela. Un’elegante donna in kimono gli offre un po’ d’ombra. Si chiama Akira Aizawa e gestisce una galleria. La loro relazione inizia all’improvviso, rovesciando il mondo di Tetsuo. Akira per lui rappresenta una gioia terrena, o è un tramite per il mondo ideale dell’arte?
Infatti se la storia di un ragazzo alle prime armi che si innamora di una donna più matura fa suonare un campanello nella mente dei lettori più anziani bisogna dire che la trama di Motoi Yoshida è molto più matura di quelle scritte dalla Takahashi e nonostante i due manga condividano uno spirito melodrammatico quest'opera è più diretta e già nel primo numero succedono cose che in Maison Ikkoku si intravvedevano alla fine, tipo il sesso.
Il tutto però è narrato con dolcezza e non risulta volgare dando spessore ai personaggi ed alla storia.
Il primo numero l'ho trovato davvero interessante ed il disegno è molto sopra la media.
To Love Ru Darkness è uno spin-off della serie omonima vede come protagonista Rito, ormai sedicenne, vittima di Momo, la sorellina di Lala, che per renderlo felice dà il via all’operazione “Harem”, che consiste nel circondarlo di ragazze disposte ad amarlo e a prendersi cura di lui! Ma allo stesso tempo, prende via anche l’operazione “Darkness”, attuata da un losco figuro che non è per niente contento di come le aliene stabilitesi sulla Terra se la spassino allegramente.
Questo sequel presenta un disegno più curato e molte più scene di fan service e solo nel primo numero le tette non si contano anzi si fa prima a contare quante volte non si vedono.
La storia non è male ma già la prima serie non mi aveva entusiasmato e sono stato attirato più che altro dalla parola darkness nel titolo sperando in una versione più seria e matura invece sono rimasto deluso ma qualche risata riesce a strapparla.
Instinct narra della metropoli di Runwell City che è infestata dalle gang tra cui Adolf Gustav che guida il clan Gustav, formato da spietati uomini lupo. Adolf ha tre figli maschi: il primogenito, Rotario, dal cuore gentile, l’abile Carlos, e infine... il nostro Gil!
Tutti e tre sono impegnati a combattere per la successione al potere... una lotta fratricida senza esclusione di colpi.
Nulla di che, ecco cosa penso di questo manga e per fortuna sono solo due numeri. La storia, i personaggi, le situazioni, tutto sa di già visto e sembra un mix di alcuni fumetti usciti qualche anno fa e mi ha colpito solo negativamente.
Dieci anni prima degli eventi avvenuti nella saga di Fate/Stay Night, la città di Fuyuki è sconvolta dalla Quarta Guerra del Santo Graal, uno scontro in cui sette maghi combattono per ottenere il potere del Graal, evocando sette Spiriti Eroici. Dopo tre guerre che non hanno portato a nulla, potrebbe finalmente esserci un vincitore.
Questo prequel è interessate e visto che la serie base mi è piaciuta lo trovo interessante ed è bello approfondire le origini di alcuni personaggi.
Purtroppo come per I Cavalieri dello Zodiaco Lost Canvas Extra ha il difetto di molti prequel ovvero non riesce a dare il giusto pathos in certe scene, riuscirà il nostro eroe a salvarsi? Certo che si altrimenti come fa ad essere il protagonista della serie originale e cosi via risultando interessante solo in parte.
Per quanto riguarda il lato artistico invece si nota subito il tratto più curato e l'esperienza maturata con gli anni, i fan della serie classica non rimarranno delusi.
Con questa carrellata ho descritto tutti i manga che ho letto ultimamente e di cui valga la pena parlare, sia positivamente che negativamente, e forse quello che più mi ha colpito è stato il giorno prima dell'estate perché era da tempo che non leggevo una bella storia romantica.
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