Non importa come la usi, devi PAGARE!


Cosa dire del canone Rai, di bello, nulla direi che la pensiamo tutti allo stesso modo e purtroppo dobbiamo pagarlo entro il 31 gennaio se no vengono pure a rompere le scatole.
Quello che mi rattrista ancora di più è il nuovo spot televisivo dove si capisce perfettamente che non è, ed in realtà non lo è mai stata, una tassa per vedere la televisione ma una tassa e basta che devi pagare anche se lo usi come sgabello e sei un bambino di otto anni. E' davvero l'apoteosi del trash.

Purtroppo il video è stato rimosso dall'utente ma credo che sia rimasto impresso nelle menti di tutti coloro che l'hanno visto...

Detto ciò ricordiamo un attimo di cosa tratta questa simpatica tassa, in Italia il canone televisivo o canone RAI è un'imposta sulla detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di radioaudizioni televisive nel territorio italiano.

Il canone si basa su quanto disposto dal regio decreto legge 21 febbraio 1938, n.246 relativo alla Disciplina degli abbonamenti alle radioaudizioni (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.78 del 5 aprile 1938). Tale RDL risulta però abrogato dal cosiddetto decreto Taglia-Leggi, con cui nel marzo 2010 il Ministro della Semplificazione Normativa Roberto Calderoli ha provveduto ad abrogare circa 375.000 leggi obsolete, ma il canone continuiamo a pagarlo.
« Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto. »
(R.D.L. 21 febbraio 1938, n. 246 art. 1, in materia di "Disciplina degli abbonamenti alle radioaudizioni.")

Insomma è un inculata pazzesca di una legge di 75 anni fa che non rispecchia per niente la società moderna dove con il televisore posso fare di tutto senza guardare la televisione e con uno smartphone o PC faccio molto di più, ma visto che fa entrare nelle tasche dello stato tanti soldi senza fare realmente nulla dobbiamo continuare a pagarla.

Commenti