Micromachines ritorna su PS4 tra nostalgia e bestemmie


Ebbene si questo è il mese dei grandi ritorni, giochi del passato che sulla Playstation 4 riprendono vita con una nuova grafica ed in questo caso un vero e proprio nuovo gioco.
Dopo il ritorno di Wipeout e l'arrivo di un Tekken old style ora tocca alle Micromachines fare il loro debutto sulla PS4 con un gioco davvero nostalgico.


Sebbene Micromachines World Series sia un sequel e non un remake il suo gameplay ancorato al passato con la telecamera dall'alto ed una dose di sana cattiveria punitiva per ogni minimo errore, che fa sembrare Dark Souls un family game da giocare con i nonni, risulta adatto principalmente ai nostalgici.
I giuvini che sbavano sul trailer di Burnout Need for Speed Payback non potranno mai apprezzare e capire questo tipo di giochi.


Le aggiunte particolari di questo sesto capitolo sono i marchi registrati dei G.I.Joe e del NERF che va ad aggiungersi alle armi speciali, ed essenzialmente è inutile, ma devo ammettere che mi aspettavo di più dal parco macchine.


Certamente Micromachines non è un gioco di corse ma dodici veicoli sono davvero pochi anche se nelle gare deathmatch ognuna ha i suoi colpi speciali.
La longevità dipende davvero tanto dalla voglia di giocare dell'utente ma anche qui sono rimasto un po deluso dalla progressione solo per il comparto online, infatti giocando singleplayer e co-op offline non si fanno ne punti esperienza ne soldi per sbloccare gli extra costringendo di fatto a giocare multiplayer per avere personalizzazioni e trofei.


Anche i vecchi Micromachines puntavano sul multiplayer ma all'epoca era in locale e tutto sembrava diverso.
Diciamo che adesso mi spaventa la possibilità di mille DLC ma in fondo essendo un gioco budget da una trentina di euro e che occupa sulla PS4 pochi giga è il ben venuto per qualche serata d'azione e folli corse perché senza troppe pretese vale il costo.


Infatti la grafica è parecchio sottotono,  texture e modelli molto inferiori alla, mentre il sonoro con le voci italiane è stata una piacevole sorpresa ed alcune frasi sono davvero azzeccate strappando più di un sorriso.
Un po meno i nomi tradotti e ridicolizzati di molti veicoli come Shimu Nita, Loper Ahio e Penny Cillin che fanno davvero troppo primi anni 90 senza però divertire.


Per adesso non posso ancora accedere agli eventi speciali, che variano ogni settimana dato che il primo inizia sabato e già ho avuto il gioco un paio di giorni prima ma le opzioni di gioco non sono poi molte adesso.
Tra le modalità di gioco oltre alla gara ed al deathmatch è presente una corsa ad eliminazione che però risulta tediosa e poco performante secondo i miei gusti, allora perché ci gioco?


Semplice, Micromachines World Series è dannatamente divertente, quel mix di bestemmie e soddisfazioni che rende un gioco degno di essere vissuto e proprio per questo merita un posto in collezione.
Certamente punta molto sulla nostalgia ma chi siamo noi per non amare i bei ricordi e per questo nel weekend mi spaccherò anche di Crash Bandicoot N.Sane Trilogy che mi è giusto arrivato oggi proprio per non farmi mancare nulla degli anni 90 su una console di nuova generazione ma l'importante è essere soddisfatti e con Micromachines lo sono parecchio e lo consiglio.

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